Vessare

ves-sà-re (io vès-so)

Significato Tormentare, maltrattare, opprimere

Etimologia voce dotta, dal latino vexare ‘agitare, tormentare’, forse collegato a vehere trasportare.

È il caso di chiarire che cosa significhi, in etimologia, la dicitura ‘voce dotta’ (abbiamo tralasciato di notarlo in passato ma è un’informazione notevole, quindi introduciamola una volta per tutte). Certe parole latine hanno attraversato i secoli e sono giunte a noi senza soluzione di continuità, continuamente usate - il che ha contribuito a modificarle, a trasformarle: l’uso usura. Ma altre, invece, sono state recuperate dal latino quando una lingua italiana già esisteva.

Si dicono ‘voci dotte’ quelle parole che sono state riprese dai libri in latino e introdotte ex novo nell’italiano - e il recupero di queste voci dotte è stato uno dei più notevoli fattori di ampliamento del nostro lessico. Eminente capofila e promotore di questa pratica è stato, fra gli altri, nientemeno che Leon Battista Alberti. In questo caso, ad esempio, il verbo ‘vessare’ appare nella nostra lingua nel XVI secolo.

È un verbo molto forte, duro, e di alto registro: vessare significa tormentare, maltrattare, opprimere. Classicamente si denunciano le vessazioni del potere pubblico, i bulli vessano gli studenti più fragili, il capo livoroso vessa i dipendenti che non gli vanno a genio. Notiamo che ha un significato piuttosto ampio, per quanto chiaro.

Nel caratterizzarlo torna utile una ricostruzione etimologica antica (per quanto non confermata dalla scienza contemporanea): gli antichi vedevano nel vexare un’affinità con il verbo vehere ‘trasportare’, di cui secondo alcuni era una forma intensiva. L’agitazione che c’è nel vessare, il battere, lo scuotere, sarebbero esiti di questa intensificazione del trasportare. Non è che una suggestione, ma è una suggestione di vaglia, capace di orientarci meglio nell’uso di questa parola, e nel cogliere la sua ruvidità.

Parola pubblicata il 12 Gennaio 2017