Vivagno
vi-và-gno
Significato Cimosa, margine laterale delle pezze di stoffa; prima o ultima maglia del lavoro ai ferri o all’uncinetto; riva; margine del libro
Etimologia da vivo, nella locuzione orlo vivo, ma secondo alcuni dal latino medievale vivagnum, dall’analoga espressione orum vivum.
Parola pubblicata il 07 Agosto 2018
Curiosamente questa parola, per quanto viva e vitale nei suoi significati tecnici, ha dei significati figurati tanto suggestivi e incisivi quanto poco percorsi.
La sua immagine fondamentale ha perso un po’ di quotidianità ma resta familiare: il margine della pezza di stoffa. Questo margine, la cimosa, è spesso rinforzato, perché non si sfilacci, perché non si sciupi: il risultato è un bordo corneo, quasi un tegumento bidimensionale che protegge un tessuto vivo. Questa suggestione del tessuto vivo fa il vivagno - e chi ha impostato un paio di forbici su una pezza conosce la sensazione pericolosa dell’affondo.
Poi si parla di vivagno nel lavoro a maglia o all’uncinetto - prima o ultima maglia, che ad esempio può dover essere fatta in modo da poter essere unita ad altre porzioni lavorate -, come anche in campo marinaresco, intendendo l’orlo dei teli usati per la fabbricazione delle vele.
Non sono immagini da lasciar perdere. Anzi sono immagini così vivide e condivise da chiedere di essere usate figuratamente. Tolte le scarpe ci sediamo sul vivagno del torrente e rinfreschiamo i piedi nell’acqua limpida; dai vivagni ingialliti si vede subito quanto un libro sia stato letto e riletto; nascosta per decenni dalla cornice, una dedica sul vivagno di un ritratto getta una nuova luce sull’amicizia fra la nonna e il pittore. E che parole pronunceremo, sull’ultimo vivagno?
Il margine del vivo. Un significato stupefacente.