Cornetto

cor-nét-to

Significato Piccolo corno, o oggetto che ne ha la forma, in particolare riferito ad amuleti; brioche a mezzaluna; cono gelato; in musica, strumento a fiato ricurvo in voga nel Rinascimento

Etimologia diminutivo di corno, dal latino cornu, da una radice indoeuropea ker-/kor- che indica una materia dura.

Cominciamo ad apprezzare questo termine al mattino, con un fragrante croissant, e poi via via nel corso della giornata, o della vita: l’amuleto, il gelato, il cornetto che alcune signore impongono sul capo dell’ignaro consorte («ciao cara, come va con tuo marito?» e l’altra «bene, bene, corna facendo»), l’ausilio per l’ipoacusia. Sorvoliamo su qualche altro significato per occuparci di uno strumento musicale a fiato oggi poco conosciuto, dal timbro dolce e sonoro, nato nel Medioevo e usato soprattutto nel Cinquecento e nel primo Seicento. Non va confuso con un altro strumento musicale, la cornetta, più tardo e simile alla tromba, che costituì una risorsa notevole per le bande dell’Ottocento.

Siamo a Carnevale, perciò ecco un cornetto soprano che suona durante una ricostruzione filologica di questa festa a Roma nel XVII secolo.

Il cornetto è dotato di bocchino, una piccola tazza dove si appoggiano le labbra socchiuse che, soffiando, vibrano emettendo una sorta di pernacchietta (come per suonare tromba, trombone o qualsiasi altro strumento a bocchino): le labbra divengono ance anatomiche.

Probabilmente il cornetto ebbe origine dall’uso musicale dei corni animali in tempi remoti, tradizione che possiamo ritrovare presso molte civiltà, dal Nord dell’Europa al cuore dell’Africa.

Con l’aggiunta di fori per le dita e altri ammodernamenti strutturali, il cornetto giunse nel Rinascimento. Nel 1584 fu descritto dal compositore e virtuoso cornettista Girolamo Dalla Casa:

Dunque, tra gli strumenti a fiato questo è «il più eccellente per imitar la voce humana». Infatti, la voce umana godeva della massima considerazione, potendo unire musica e testo insieme, e avendo estrema flessibilità. Il cornetto suona «piano, & forte» e imita bene anche le ‘gorge’ (fioriture), improvvisate da cantori specialisti. Per tutti questi motivi, è l’unico strumento a cui Dalla Casa dedica un paragrafo specifico.

Di norma, ma non sempre, il cornetto era sagomato all’esterno in forma ottagonale, come si vede nella foto sopra. Se il cornetto aveva il corpo ricurvo era detto ‘negro’, se invece era dritto, veniva chiamato ‘bianco’. Il primo, infatti, si costruisce da un blocco di legno diviso in due longitudinalmente; entrambe le parti vengono intagliate, incollate e accuratamente sigillate, foderando l’esterno dello strumento con cuoio bagnato, conferendo allo strumento il caratteristico colore. Se invece il cornetto è dritto, il costruttore scava la camera interna dentro un pezzo di legno intero, mantenendo il colore chiaro naturale. Un tempo si fabbricavano cornetti perfino in avorio, ma anche allora erano rari.

Dritto o curvo, ha la camera interna conica, ossia si allarga procedendo dall’imboccatura verso l’esterno. Come per altri strumenti, un abile esecutore sfoggerà un bel timbro, e potrà ampliare l’estensione del cornetto sfruttando i suoni armonici.

Si costruisce in vari tagli; nella sua epoca aurea, era spesso impiegato per rinforzare le voci nella polifonia. Un uso tipico era il cornetto soprano che raddoppiava il canto dei ‘putti’ inesperti.

I virtuosi di questo strumento, a detta di tutte le fonti difficilissimo da padroneggiare, erano i più pagati. Dal Seicento, però, si presentò un nuovo concorrente: il violino. Inizialmente convissero, ma il violino era più facile da suonare e altrettanto duttile nelle dinamiche: fu una lotta impari; il povero cornetto ne uscì scornato e finì dismesso, insieme agli altri membri della famiglia. Tra questi il serpentone, che è il taglio grave del cornetto e che vediamo qui sotto, conobbe una rinascita dalla seconda metà del Settecento.

Per finire, una curiosità extra-musicale. L’assedio dei Turchi a Vienna nel 1683 si concluse con la loro sconfitta. Lo scampato pericolo favorì in Europa la diffusione delle turquerie e sembra che un panettiere avesse inventato il cornetto da abbinare al cappuccino ispirandosi proprio alla mezzaluna turca. Anche se forse questo delizioso cibo esisteva già nel XII secolo, l’autorevole storico Franco Cardini ce la racconta così.

Buona colazione e, per i più superstiziosi: buona fortuna!

Parola pubblicata il 14 Febbraio 2021

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