Incisivo
in-ci-sì-vo
Significato Capace di incidere, tagliare; che ha effetti concreti e durevoli; vivo, preciso, essenziale, espressivo; nitido
Etimologia da incidere, voce dotta recuperata dal latino incidere ‘incidere, intagliare’, derivato di caedo ‘tagliare’, col prefisso in-.
Parola pubblicata il 21 Dicembre 2023
Non è la prima volta che ne dobbiamo parlare. In latino ci sono tre verbi estremamente simili che però hanno tre filoni di significati diversi. La cosa messa così non sembrerebbe avere un grande impatto sulle nostre vite, se non che... Questi tre soggetti hanno avuto una prosapia sterminata nella lingua italiana, e i loro significati finiscono per intrecciarsi nello spazio della metafora, e addirittura danno vita concorrente a parole che si scrivono allo stesso modo ma sono diverse (ad esempio, ci sono due incideri). Ci sarà di che confondersi. I protagonisti di questa commedia linguistica sono cado, caedo e cedo.
A ritroso, cedo ha il significato di ‘ritirarsi, andarsene’, è padre del nostro cedere, così come è ascendente del retrocedere, dell’accedere, del concedere, dell’intercedere, del succedere e via dicendo. Caedo significa ‘tagliare’ e ‘uccidere’, e di qui accise, cesoie, cesure, precisione, tutta la famiglia criminale dei -cidi, e l’uccidere stesso. (Qui troviamo anche l’incidere più comune, che ci interessa di più oggi.) Infine cado, come si può annusare, che è un cadere: dà vita all’accadere, al caso, all’occasione, all’occidente (che non è ucciso, il sole casca), all’incidente e quindi anche all’altro incidere che lo genera.
Già capiamo che quando a sei-sette anni cadono gli incisivi (o anche più avanti, una traversa si può prendere in bocca a ogni età) siamo in un ridondante conflitto etimologico. L’‘incidere’ in quanto derivato di cado può raccontare qualcosa che ‘cade dentro, sopra’, un’azione che interviene in una situazione — evocavamo l’incidente, che è molto esplicativo, e rende la traiettoria dell’auto che cade dentro l’altra auto, o della retta che cade dentro l’altra, in un punto singolo. Ma in quanto derivato di caedere, l’altro ‘incidere’ (il nostro di oggi) articola dei significati tutti imperniati sul taglio e l’intaglio.
Ecco, l’incisivo porta all’estremo queste ultime azioni di taglio volte in un carattere, tanto nel concreto quanto nel figurato.
Nel concreto è il nome dello strumento che più prontamente abbiamo a disposizione per incidere, cioè il dente che fa parte della batteria degli otto denti frontali, due per ognuna delle quattro emiarcate. Va bene che oggi noi, con tutta la nostra grande civilizzazione e i nostri meravigliosi set di posate e attrezzi da lavoro, tendiamo a non aggredire oggetti e cibi coi denti, ma qualche decennio pettinato non cancella un servizio reso per centinaia di migliaia di anni.
Senza contare che alcuni dei fonemi dal suono più incisivo sono in effetti pronunciati contro gli incisivi — consonanti dentali, come la t, la d, la n e via dicendo, che sono dentali non perché s’intoppino contro i molari, ma perché sfruttano precisamente gli incisivi superiori, e in particolare le loro capacità occlusive. Senza contare che per la loro posizione gli incisivi incidono molto anche sull’aspetto: difficilmente traiamo l’impressione di una bella dentatura dalla posizione dei denti del giudizio (anche perché l’ispezione non sempre è gradita).
Ma la forza d’incidere, di tagliare che ci racconta l’incisivo si declina ampiamente in metafora. Quella del dente incisivo, portata in ambito figurato, è la forza di generare un effetto voluto.
Una misura incisiva è un intervento capace di produrre un cambiamento calcolato, desiderato, concreto e duraturo. Anche il programma incisivo, l’azione incisiva si distinguono per questa capacità di mordere il reale con precisione.
D’altro canto un discorso incisivo è estremamente vivido, espressivo, e raggiunge il suo fine comunicativo con efficacia tagliente. Stili incisivi, motti incisivi hanno un’acutezza viva, essenziale, entrano nel reale con sottigliezza decisa. Una descrizione incisiva va al punto in modo icastico, quasi con aggressività. C’è nitidezza, ci sono confini marcati, nell’incisivo — come peraltro, concretamente, in disegni incisivi, e in obbiettivi o rappresentazioni fotografiche incisive.
È una parola che trasforma appena appena un ingrediente fondamentale e primigenio del nostro pensiero quale è il tagliare del caedo latino. Una parola che cattura la qualità di un’inclinazione al taglio nel nostro mondo fisico e ideale. Non c’è da stupirsi se — denti fotografia discorsi programmi — ha trovato una fantasmagoria trasversale di modi in cui vivere nella nostra lingua. E alla fine dentro è difficile non leggerci anche un’eco convergente dell’incidere-sosia, col suo senso di accadere. Potremmo aggiungere che secondo alcune ricostruzioni caedo è derivato causativo di cado, ma ci siamo già annodati abbastanza.