Intelligenza
in-tel-li-gèn-za
Significato Facoltà mentale di comprendere, imparare, giudicare, elaborare soluzioni; prontezza, vivacità mentale, astuzia; intesa segreta, accordo
Etimologia voce dotta recuperata dal latino intelligentia, derivato di intelligere ‘intendere, capire’, propriamente ‘trascegliere’ (composto di inter- e lègere).
Parola pubblicata il 27 Ottobre 2020
La strana coppia - con Salvatore Congiu
Parole sorelle, che dalla stessa origine fioriscono in lingue diverse, possono prendere le pieghe di significato più impensate. Con Salvatore Congiu, insegnante e poliglotta, un martedì su due vedremo una di queste strane coppie, in cui la parola italiana si confronterà con la sorella inglese, francese, spagnola o tedesca.
“E ti offro l’intelligenza degli elettricisti”, cantava Paolo Conte in uno dei suoi brani più noti, “Gelato al limon”. Già: a quanti di noi è capitato di sentirsi assai poco intelligenti, davanti a un groviglio di fili elettrici? Per fortuna, sappiamo da tempo che, oltre a quella degli elettricisti, di intelligenze ne esistono tante, tra cui l’emotiva, la corporea, la naturalistica e l’esistenziale. Ma cos’è, esattamente, l’intelligenza? Per la scienza, si tratta della capacità di comprendere, imparare, trovare soluzioni a problemi nuovi. Poi nel linguaggio, come sempre accade, i significati si ramificano e si complicano.
Anzitutto, intelligenza è un nome astratto, ma a volte, metonimicamente, si fa concreto, come quando, per affrontare un certo problema, si chiamano a raccolta ‘le migliori intelligenze’ (cioè i loro possessori) di un determinato campo; e ormai da molti decenni è entrata nel vocabolario italiano la parola intellighenzia – o intelligencija, dato che il vocabolo proviene dal russo – per indicare la categoria degli intellettuali, in base all’equivoco che identifica cultura e intelligenza.
Con un’altra metonimia, poi (stavolta non dall’astratto al concreto ma dalla causa alla conseguenza), usiamo intelligenza nel senso di ‘comprensione’, dicendo per esempio che un determinato passo biblico è ‘di difficile intelligenza’. Quando la comprensione è tra persone, poi, l’intelligenza diventa un intendersi, accordarsi, e in certi contesti non è gradita: se un militare viene accusato di ‘intelligenza col nemico’, significa che lo si considera un traditore (in Un anno sull’altipiano, Emilio Lussu ci ha insegnato che comprendere umanamente il ‘nemico’ rende assai meno automatico sparargli addosso).
Ma oltre a intellighenzia, nel vocabolario italiano troviamo anche un altro termine palesemente forestiero, anch’esso parente stretto di quello nostrano: intelligence, nel senso di servizi di sicurezza e informazione, cioè segreti. E qui, sulle prime restiamo perplessi: che c’entra, in questo caso, l’intelligenza? Forse perché le spie sono intelligentissime? Ma no. Il fatto è che, scavando nell’etimo, capita di accorgersi come non di rado le parole straniere conservino un forte legame col senso originario, che nella sorella italiana non traspare.
Il latino intelligentia è un derivato di intellìgere, a sua volta formato da inter (tra, fra) e lègere, verbo il cui tronco ha prodotto una quantità impressionante di rami – dal leggere all’eleggere, dall’eleganza alla negligenza, dai legumi al prediligere, e ancora gli allegati, le collezioni, le selezioni e molto altro – e che ha come significato essenziale cogliere, raccogliere (all’inizio, presumibilmente, frutti da una pianta), quindi scegliere, distinguere, e infine leggere (raccogliere cogli occhi le lettere dell’alfabeto). Intelligenza, dunque, è anzitutto capacità di cogliere i dati e operare correlazioni, selezioni e distinzioni tra essi.
E cos’altro fanno, i servizi segreti, se non raccogliere e vagliare dati? Intelligence, peraltro, in inglese significa – oltre che ‘intelligenza’, beninteso – sia l’agenzia, l’ente che raccoglie le informazioni (ad esempio, military intelligence è il servizio segreto militare), sia i dati raccolti (to gather intelligence vuol dire raccogliere informazioni riservate). Poi, come si sa, a volte qualcosa va storto, l’intelligence si rivela assai poco intelligente, e va a finire che uno Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone ordina il lancio di bombe ‘intelligenti’ in testa ai cittadini inermi di lontani Paesi di cui neppure sa pronunciare il nome. Meglio l’intelligenza degli elettricisti, decisamente.