Stravagante
stra-va-gàn-te
Significato Bizzarro, singolare, bislacco, imprevedibile
Etimologia voce dotta recuperata dal latino medievale extravagans, derivato di vagans participio presente di vagari ‘errare, vagare’, col prefisso extra- ‘fuori’.
Parola pubblicata il 23 Giugno 2020
La strana coppia - con Salvatore Congiu
Parole sorelle, che dalla stessa origine fioriscono in lingue diverse, possono prendere le pieghe di significato più impensate. Con Salvatore Congiu, insegnante e poliglotta, un martedì su due vedremo una di queste strane coppie, in cui la parola italiana si confronterà con la sorella inglese, francese, spagnola o tedesca.
Così rispondeva Dante, nel XVI Canto dell’Inferno, a Iacopo Rusticucci che gli chiedeva se “cortesia e valor” dimorassero ancora a Firenze. Ed ecco come suona il secondo verso della terzina nella traduzione del poeta statunitense Henry Wadsworth Longfellow (1867): “Pride and extravagance have in thee engendered.”
No, non era affatto una… stravaganza tradurre ‘dismisura’ con extravagance. Ancora oggi, è essenzialmente questo il significato della parola in inglese. Se il mio amico di Manchester parla della extravagance di suo padre col vino rosso, non intende dire che ci faccia il bagno ogni mattina ma solo che esagera nel berlo, e avere extravagant spending habits non significa per forza comprare orecchini di diamanti al proprio chihuahua: basta spendere molto e inutilmente, magari per cose banalissime. Parimenti, una extravagant vegetation non è una vegetazione stravagante (in che senso, poi?) bensì opulenta, lussureggiante.
Tuttavia, le affermazioni dell’erborista che sostiene di aver creato un unguento che cura tutto, dalla calvizie all’alluce valgo, sono tanto extravagant in inglese quanto stravaganti in italiano. Dall’eccessivo al bislacco il passo è breve, come appare ancora più chiaro se ci si sofferma sulle analogie tra lo stravagante, l’eccentrico e l’esorbitante, tutti imperniati sulla dialettica tra un dentro e un fuori (ex, extra).
Come l’eccentrico è ex-centricus, decentrato – cioè con un centro, un fulcro diverso – e l’esorbitante è fuori orbita (ex-orbitans), lo stravagante è extra-vagante, cioè erra, vaga al di fuori di un determinato perimetro, insieme, àmbito. In origine, ad essere ‘estravaganti’ erano i testi giuridici non appartenenti ad una determinata raccolta, o anche testi letterari (ad esempio, le ‘rime estravaganti’ di Petrarca, quelle non contenute nel Canzoniere). Ben presto, però, stravagante (con o senza la e iniziale) prese il significato di insolito, anomalo, esorbitante e quindi bislacco, bizzarro.
Ma rispetto ai suoi più o meno imperfetti sinonimi, lo stravagante ha questo di diverso, che extra-vagare è divagare, errare, allontanarsi dalla via tracciata, laddove l’esorbitare è mera collocazione esterna rispetto a un limite stabilito, l’eccentrico può anche essere stabile nel suo baricentro alternativo e lo strano è banalmente estraneo, forestiero, insolito. Nello stra-vagare c’è una volontà consapevole di deviare, spaziare, fantasticare. Ma errare dalla via – quella retta, naturalmente – è sviarsi, traviarsi: non a caso errare ha assunto anche il senso di sbagliare (“chi lascia la via vecchia per la nuova”…). Perciò la stravaganza, in quanto imprevedibilità capricciosa, si accetta con rassegnazione nel tempo meteorologico e negli artisti (come ha scritto Parise, “un artista deve essere stravagante, se no che artista è?”), ma di norma è equiparata all’insensatezza, all’assurdità.
In inglese, come si è visto, extravagant ha anche quest’accezione, ma il suo senso resta precipuamente quantitativo: è eccesso, mancanza di misura piuttosto che estro o bizzarria; banale esagerazione, senza la potenziale fecondità creativa del nostro stravagante. E certo può apparire singolare, considerando lo stereotipo che da tempo qualifica i britannici come eccentrici – capaci, come scriveva George Mikes nell’esilarante How to be an Alien, di uscire con un amico senza scambiare una parola per ore mentre quando vanno a passeggio col cane ci parlano tutto il tempo. O forse no: se un grano di stravaganza è ammesso in partenza, allora, in effetti, si tratta solo di non esagerare.