Rassegnare

ras-se-gnà-re (io ras-sé-gno)

Significato Come transitivo rimettere, rinunciare, consegnare; come intransitivo pronominale rimettersi alla volontà altrui o al fato

Etimologia forse dal latino resignare ‘rompere un sigillo, rivelare’; forse da assegnare, con un prefisso intensivo.

Questa parola è fra le più complesse. Infatti ricostruirne il percorso semantico ci mette davanti a una certa frammentazione di significati, a delle soluzioni di continuità che mettono in discussione l’unità dell’etimo. Ma la sua raffinatezza e la sua diffusione meritano lo sforzo.

Partendo da ciò che possiamo osservare nel nostro quotidiano, troviamo nella locuzione ‘rassegnare le dimissioni’ il campione più noto del rassegnare transitivo. Si tratta di un esito del primo significato che ‘rassegnare’ ha in italiano, cioè ‘rimettere, consegnare, rinunciare’. Ad esempio, se rassegno il mandato che mi è stato dato significa che figuratamente lo sto riconsegnando. E quindi se rassegno le mie dimissioni, le presento, le consegno nelle mani ci chi le può accettare.

Il rassegnare intransitivo pronominale (rassegnarsi) prende le mosse da questo consegnare: quando mi rassegno mi rimetto alla volontà altrui, o al fluire incontrollabile degli eventi. Ai tre quarti della partita la squadra in svantaggio è già rassegnata, davanti a un rompicapo non riesco a rassegnarmi, e l’amministratore si rassegna alla delibera del consiglio.

Il come si arrivi a questi significati è piuttosto sottile, se non oscuro. Il latino resignare nasce infatti nell’immagine del rompere un sigillo, e perciò di un rivelare, di uno sciogliere, di un liberare - e non è perspicuo come si arrivi al rimettere, al consegnare. Forse attraverso un invalidare?

Lo diventa ancora meno quando consideriamo significati antichi del ‘rassegnare’, ormai desueti, che lo avvicinavano al registrare: si potevano rassegnare le truppe disponibili, si potevano rassegnare i crediti su un libro - da cui il sostantivo ‘rassegna’, vivissimo in ‘passare in rassegna’, ‘rassegna-stampa’ e via dicendo. È plausibile che a questi significati si arrivi dal termine ‘assegnare’ munito di un prefisso intensivo - ma ciò che è certo è che l’etimo è incerto.

Dopotutto, quando si ha a che fare con un ente di base, versatile e proteiforme quale è il signare, impiegato in ogni ambito linguistico per secoli, non c’è da stupirsi se il risultato non è monolitico, se l’uso sfugge a un’evoluzione lineare.

(Nota ortografica, ‘io rassegno’ ma ‘noi rassegniamo’, con la i.)

Parola pubblicata il 27 Dicembre 2016