Radici indoeuropee

con Erica Fratellini e Matteo Macciò - dal 29 Novembre 2025 in corso


ūrdhvamūlam avākchākhaṃ| vṛkṣaṃ yo veda samprati |
na sa jātu janaḥ śraddadhyāt | mṛtyur mā mārayād iti ||

Colui che conosce esattamente l’albero che ha le radici verso l’alto e i rami verso il basso,
quest’uomo mai deve credere che la morte lo ucciderà.

Taittirīya Āraṇyaka 1.11.5
(X-VI sec. a.C., sanscrito vedico)

Le etimologie che contempliamo ci raccontano di evoluzioni nell’italiano, di gestazioni nel volgare, di contatti culturali ben leggibili, di significati nelle lingue classiche. Solo di rado, e solo in scorcio, arriviamo a considerare la storia precedente delle parole, il modo in cui continuano le parole di una protolingua antichissima. 

Con Erica Fratellini e Matteo Macciò, giovani e preparatissimi esperti di indoeuropeistica, ci caleremo in parole — anche molto semplici — capaci di rivelare (a chi sappia risalire di ramo in ramo questo albero rovesciato che è la genealogia delle parole) la diramazione familiare di una comunione di significati, che se non è letteralmente prima è primordialmente ancestrale. Insomma, andremo alla scoperta delle radici indoeuropee delle nostre parole.

Ci faremo portare là dove sono nati i miti, le prime tecnologie, i nomi degli animali e delle parti del nostro corpo, là dove si pronunciavano suoni che non esistono più, là dove dietro l’avvicendamento di una vocale c’è un’intuizione unitaria. Un che è qua, come la chioma e il ceppo sono nello stesso posto.