Esemplare

e-sem-plà-re

Significato Che può servire da esempio; rappresentativo, emblematico; che ricopre un ruolo in maniera eccellente; animale, vegetale o minerale tipico del proprio genere; ciascun elemento di una serie di oggetti; come verbo, trascrivere, comporre ispirandosi a un modello

Etimologia voci dotte recuperate dal latino exemplar (sostantivo) exemplaris (aggettivo) ed exemplare (verbo), derivate di exemplum ‘esempio’, che è dal verbo eximere ‘mettere da parte’, derivato di emere ‘acquistare’ e da un ex- che indica un tirare fuori.

Le parole che si usano con la maggiore facilità nascondono spesso alcune doppiezze sorprendenti. Nell’esemplare, ad esempio (!), troviamo una meravigliosa coesistenza di ordinario e di straordinario: è un’enantiosemia? Vediamo.

Di base l’esemplare (non una sola parola ma diverse, con valore di aggettivo o sostantivo, ma guardiamo il nocciolo comune) è ciò che può servire da modello, da esempio. Facciamo notare come il collega abbia avuto una prontezza esemplare durante il momento di crisi, il giornale raccoglie storie esemplari di imprenditoria d’avanguardia. Bene, facile.

Ma l’esempio non è solo un modello ideale edificante (o un monito terrificante, pensiamo alla punizione esemplare): può anche essere rappresentativo, emblematico del reale ordinario. Ad esempio ti posso raccontare una storia sull’ospitalità che è esemplare di un certo paese in cui ho viaggiato, o di un caso esemplare di problema burocratico da eliminare. Così l’esemplare-sostantivo ci si presenta come un elemento chiaramente rappresentativo, tipico del suo genere — addirittura di una copia di una serie. Quindi ci imbattiamo in un magnifico cerambice della quercia, e questo francobollo è stato stampato in pochissimi esemplari. Qui non stiamo parlando di modello straordinariamente desiderabile o esecrabile, ma letteralmente di un modello di prodotto (artificiale o naturale: biologico, geologico, artistico e via dicendo).

A seconda del modello che implicitamente o esplicitamente si considera — reale o ideale — l’esemplare oscilla fra l’ordinario e lo straordinario. Il che ci porta a situazioni paradossali, in cui ‘uno studente esemplare’ e ‘un esemplare di studente’ ce li figuriamo subito con qualità opposte rispetto allo stesso ruolo, opposte come sanno essere il medio e l’eccellente, e questo vale per il padre esemplare e l’esemplare di padre, e casi analoghi (peraltro la risonanza faunistica contribuisce a inselvatichire l’esemplare).

C’è anche un esemplare-verbo: in filologia, significa ‘trascrivere’. Quindi si può parlare di un manoscritto esemplato sulla vulgata di un certo periodo, o di uno esemplato sull’originale autografo. Ma in generale diventa anche un comporre ispirandosi a un modello: il poeta cerca di esemplare una poesia su metri latini, la pittrice di esemplare un dipinto su uno stile art noveau.

Tutti casi in cui dal grande mucchio della mente — in cui il reale e l’ideale si mescolano — si pescano e mettono religiosamente da parte esempi che, medi o eccellenti, concreti o ispiranti, usiamo per tentare di orientarci nel vero, nel giusto, nel bello.

Parola pubblicata il 31 Agosto 2019