Adobe

Parole semitiche

a-dò-be

Significato Mattone composto da argilla e paglia, essiccato lentamente e usato in edilizia da numerose popolazioni nel corso dei secoli; edificio costruito con tali mattoni

Etimologia attraverso lo spagnolo adobe, e l’arabo al-tawb (mattoni), dal copto toobe, cioè mattone.

  • «Il villaggio è fatto tutto di adobe, come è caratteristico nella regione.»

Questa parola, agli occhi di noi contemporanei, è indissolubilmente legata all’azienda produttrice di software grafici usati in tutto il mondo. E però ha una storia molto più antica di un programma per computer, che va indietro nel tempo fino addirittura al neolitico, all’alba delle civiltà. Testimonianza ne è l’importante sito archeologico di Çatalhöyük, in Turchia, città le cui case erano costruite con l’adobe.

Infatti l’adobe è un mattone. Più precisamente un mattone abbastanza piccolo, composto di argilla e paglia, fatto essiccare lentamente perché il calore non comprometta la sua compattezza, e usato in edilizia un po’ ovunque nel mondo, dall’Egitto alla Persia, dalla Sardegna al nord-America. Gli archeologi ne hanno trovati a Gerico, in Palestina, in Mesopotamia, sulle coste del nord-Africa, dove sorgeva l’antica Cartagine… insomma, sembra che, nei millenni, niente sia stato così trasversale e conosciuto come l’adobe, il piccolo utile mattone che ha permesso la costruzione di case un po’ ovunque.

La parola va letta così come è scritta, accentandola sulla ‘o’. Al plurale resta invariata. L’influenza anglofona, dovuta senza dubbio alla celebrità dei software per computer, ha reso molto più diffusa la pronuncia adóbi, ma, se non stiamo parlando dell’azienda produttrice di programmi, è bene pronunciarla così come è scritta. Anche perché, così come l’oggetto che indica, il mattone e poi per sineddoche l’edificio stesso costruito con quel mattone, è una parola antica.

Adobe passa attraverso lo spagnolo, venendo dall’arabo al-tawb, collettivo per ‘mattoni’, probabilmente derivato dal copto toobe, appunto mattone. Sostanzialmente, è una parola-mummia, conservata senza troppe modifiche nei secoli, ben tenuta nell’ambito che le pertiene, cioè l’edilizia, e poi giunta alla ribalta, sotto gli occhi di tutti, nella teca di un nome d’impresa. Peraltro l’impresa prende questo nome da un riferimento geografico, un fiumicello, l’Adobe Creek, che porta questo nome per le sue argille e scorre nella contea di Santa Clara vicino al garage (sono sempre garage) in cui l’impresa ebbe la prima sede — con una strizzata d’occhio alle infinite possibilità plastiche dell’argilla.

È una parola che possiamo usare in discorsi molto a fuoco, che richiedono o giovano di una grande precisione, descrivendo gli adobe che vengono tutt’oggi edificati in Messico, o riferendo che in Perù anticamente gli adobe avevano una curiosa forma conica, ma sarà difficile dire ad un bambino che gli sforzi scolastici sono tanti piccoli adobe con cui costruisce il suo bagaglio culturale. Per questo genere di metafore, il caro vecchio e generico mattone funziona meglio.

Parola pubblicata il 21 Aprile 2023

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.