Bluff
blèf
Significato Nel poker, tattica in cui si fa credere agli avversari di avere una mano migliore di quella che si ha; inganno del far credere di avere possibilità superiori al reale
Etimologia voce inglese, probabilmente dall’olandese bluffen ‘vantarsi’.
Parola pubblicata il 06 Marzo 2020
Tutti sanno che il termine anglosassone ‘bluff’ riguarda originariamente il gioco del poker, e che consiste nella tattica di far credere all’avversario che abbiamo una mano vincente, o almeno migliore di quanto non sia in realtà. Ho una doppia coppia scarsa, ma con un bluff mi mostro padrone e compiaciuto, e punto forte cercando di intimidire l’avversario, portandolo a credere che io abbia un bel full. Una tattica particolarmente rilevante nel poker a cinque carte, nel gioco alla francese.
Non tutti sanno, invece, che il termine ‘bluff’ è una variante del nome del gioco stesso — con tutta probabilità addirittura precedente a quello di ‘poker’. Siamo comunque nella prima metà dell’Ottocento, e l’ipotesi più accreditata è che sia un prestito germanico, dall’olandese bluffen ‘vantarsi’.
Questo anglismo è entrato in voga in italiano nei primi del Novecento, e probabilmente con un tramite francese — che spiega la peculiare storpiatura che ne facciamo pronunciandolo blèf. Nessuna delle proposte (a questo punto anche decisamente datate) di adattamento del termine e dei suoi derivati ha attecchito (bluffo è lì che graffia il legno dentro la bara, bleffare è non comune). Dopotutto è normale che la conservazione di una forma forestiera sia usata come mezzo per tingere concetti di cosmopolitismo.
E qui un profilo di mondo è particolarmente rilevante, perché col bluff siamo davanti a una tattica esperta e pericolosa di inganno, da giocatore consumato o di innato talento, e che nominiamo scoprendola o sospettandola — il che rende anche noi gente di naso, grandi giocatori. Giocatori di un gioco di carte molto psicologico, che diventa facilmente metafora per qualunque conflitto o interazione strategica della nostra vita, specie in questa tattica che, con un po’ di astrazione, ci mostra in una situazione migliore di quella in cui realmente ci troviamo.
Mi offro di pagare la cena ma è un bluff, non ho un soldo in tasca, e con questa cortesia tento di indurre l’altro a impormi il bel gesto di essere lui a offrire; all’ultima domanda dell’esame inizio a rispondere con piglio decisissimo, tanto che la professoressa mi ferma e mi manda via con un trenta — ma stavo bluffando, un’altra frase e avrei svelato una voragine nella mia preparazione; e dichiaro di aver finito il lavoro, anche se è un bluff, sperando di poter sfruttare il tempo prima dell’incontro per concluderlo.