Cotone

Parole semitiche

co-tó-ne

Significato Fibra tessile ottenuta attraverso la lavorazione della bambagia, la sostanza morbida e bianca che ricopre i semi delle piante del genere Gossypium

Etimologia dall’arabo medievale quṭūn, a sua volta dall’arabo classico quṭn, ‘cotone’.

  • «Lo hanno cresciuto nel cotone.»

Il cotone è simbolo di tante cose: della sensazione di morbidezza tipica della bambagia, cioè la forma grezza, in cui metaforicamente si fa crescere qualcuno nel vizio; della freschezza di una sottoveste bianca un po’ trasparente da mettersi addosso nelle afose serate estive; delle antichissime civiltà, come quella egizia o azteca, in cui l’utilizzo della fibra era assai diffuso; ma è stato anche l’emblema insanguinato della schiavitù e dell’oppressione della comunità afrodiscendente in terra statunitense.

La parola ha un suono ovattato, che dà una sensazione di morbidezza sotto i polpastrelli anche solo nel pronunciarla, ed evoca in maniera piuttosto diretta immagini soffici di batuffoli di cotone con cui detergersi il viso, di camicie e magliette pulite e fresche di bucato.

Beninteso, non è qualcosa che accada di rado, specie quando consideriamo parole che afferiscono alla cosiddetta cultura materiale: l’oggetto si porta dietro il proprio nome. Così anche ‘cotone’ è una parola che oggi risulta simile in tante lingue: in inglese è cotton, in francese coton, così come in rumeno. Ma le sue versioni spagnola e portoghese, rispettivamente algodón e algodão ci danno un indizio in più sull’etimologia di questo termine. Esso deriva infatti dall’arabo, prima quello classico, con quṭn, che poi continua in quello medievale con quṭūn. In spagnolo e in portoghese, lingue che hanno a lungo avuto stretti rapporti con l’arabo, la parola è rimasta corredata dell’articolo, al-, presente anche in tante parole italiane derivate da questa lingua semitica (alcol o algebra per fare due esempi).

Sulle origini ulteriori del termine arabo non ci sono ricostruzioni certe e pacifiche. Alcuni studiosi ipotizzano una radice nella lingua egizia antica, ma è una derivazione oscura. Di certo, il fatto che storicamente la lavorazione del cotone sia stata introdotta in Andalusia e in Sicilia durante la dominazione araba può spiegare l’etimologia orientale che si cela nei recessi di questa parolina per noi tanto comune e banale. Va sottolineato però che non sono stati gli arabi a farcelo scoprire. Il cotone era infatti una fibra importata sin dall’epoca alessandrina dalla lontana India (Plinio in latino chiama xylon la pianta del cotone) e, come già riportato, gli antichi egizi la sapevano lunga, sia sul cotone che sul lino.

Come tutti i termini che si attagliano alle materie tessili, è possibile farne un uso figurato che impreziosisca il discorso. Per cui, oltre a stirare con cura la camicia di popeline di cotone celeste per l’incontro di domani, ci distenderemo con cotonosa voluttà sulle fresche lenzuola nuove, magari fissando dalla finestra spalancata il cotone candido delle nuvole in cielo che forma figure da sogno.

Parola pubblicata il 02 Febbraio 2024

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.