Cupo
cù-po
Significato Cavo; scuro, basso, tenebroso; tetro, sofferto, minaccioso
Etimologia dal latino cupa ‘botte’.
- «Ne ho tratto un cupo presagio.»
Parola pubblicata il 05 Settembre 2025
cù-po
Significato Cavo; scuro, basso, tenebroso; tetro, sofferto, minaccioso
Etimologia dal latino cupa ‘botte’.
Parola pubblicata il 05 Settembre 2025
Il carattere del cupo è piuttosto articolato — non è semplicemente uno ‘scuro’, né si affretta ad avvitarsi sul ‘tetro’. Ed è curioso come tutta la sua complessità scaturisca da un riferimento singolare e semplice del mondo fisico — un tempo comunissimo, oggi molto meno. Parliamo della cupa latina, ossia la botte, il barile.
Il primo fatto particolare (proprio insolito) è che ciò che noi consideriamo ‘cupo’ scaturisce dalla ricca esperienza dell’interno della botte — non ha niente a che vedere con l’esterno.
Da un punto di vista spaziale il cupo, più che profondo, è cavo (il ‘piatto cupo’ è la scodella — la famiglia è quella della coppa). E c’è qualcosa di composito nella sensazione di buio che trasmette: la notte buia, scura, oscura, può comunque essere ariosa; la notte cupa ci pesa addosso, col suo buio, come fa in effetti il buio stretto della botte. Ma non è certo tutto.
Il colore di tono scuro è qualificato in maniera neutra, mentre il colore cupo non solo può essere pesante (oltre che scuro), ma anche brillante — l’oscurità della cupa non è un’uniforme tenda nera di velluto, piuttosto approfondisce il contenuto di un colore vivace, lo carica, pensiamo a quanto può essere vivido un rosso cupo, un verde cupo. E il suono? Il suono cupo è pianamente un suono da interno di botte, basso e indistinto, ricco di riverberi, schermato, profondo — come il tuono lontano, come il mare mosso. Fa anche un po’ paura.
Ulteriormente articolato, oltre che splendido, il cupo interiore, dell’animo umano.
Un interno della botte sentimentale è tendenzialmente sofferto e forte, e quindi se parlo di un dolore cupo, eccolo frastornante e opprimente; ma il cupo può prendere pieghe differenti. Può essere distante, taciturno, pensieroso — come rinchiuso in uno stretto altrove: pensiamo all’amico che a fine serata vediamo cupo. Pensiamo anche alla promessa tetra di uno sguardo cupo (paio d’occhi che, pare, fissano dal fondo del barile con neri pensieri); o alla minaccia inquietante di un avvertimento cupo, che giunge come dalle viscere di una spelonca.
La ricchezza di sfumature del cupo è poderosa, e ci districhiamo al suo interno come nelle viuzze intorno a casa. Deriva direttamente dalla ricchezza della suggestione originale: non c’è evoluzione ultima del significato che perda il contatto con la botte. Incredibile.