Ghingheri

ghìn-ghe-ri

Significato Nella locuzione ‘in ghingheri’, di persona vestita in maniera ricercata

Etimologia forse da agghindare, forse da cingolo, ma quasi pacificamente con una componente onomatopeica.

Questa parola ha una piacevolezza rara, sia per il significato, che ha l’aria delicata dello scherzo familiare, sia per il suono, che manifesta una voluttuosa deformazione onomatopeica.

Si trova solo nella locuzione ‘in ghingheri’; e come ci capita spesso di ripetere, le parole che si incastrano in locuzioni fisse occupano una nicchia ecologica limitatissima e malsicura. Non hanno adattabilità, e il loro destino è irrimediabilmente legato al perdurare del successo della locuzione intera, tendenzialmente poco versatile. Ma qui va aggiunta un’altra circostanza.

Guardiamola bene, questa parola: ‘ghingheri’. Onestamente, siamo al limite del nonsenso: è delle più improbabili che si trovano sul dizionario. E allora qui, invece di contristarci per la triste parabola che porta una parola alla fossilizzazione, possiamo gioire per come la lingua sia riuscita a produrre, diffondere e valorizzare una bizzarria di questo genere, seppur fragile.

Si sono affiancate diverse proposte etimologiche, per spiegare come salti fuori. C’è chi la vuole derivata dal verbo ‘agghindare’ (con un’evidente contiguità di senso), c’è chi l’ha spiegata come una mera onomatopea secondaria (quella primaria riproduce il suono senza portare altro significato, come ‘miao’, la secondaria muta in significato la suggestione di un suono, come ‘miagolare’).

Infine, approdi più recenti la vogliono derivata di area pistoiese della parola ‘cingolo’, che prima di parlarci di catene che permettono agli autoveicoli di muoversi su terreni accidentati parlava meramente di catene, cinture, nastri (che si cingono) con cui ci si può ben mettere in ghingheri. In ogni caso pare pacifico un certo peso della suggestione onomatopeica — magari la medesima che troviamo nel gingillo e nel gongolare, un g-n-g nasalmente compiaciuto.

È quindi, questo ‘in ghingheri’, detto di una persona vestita in maniera particolarmente e anzi evidentemente ricercata, vista da un occhio amichevole e che non prende il fatto troppo sul serio. Ecco che l’amico sempre in tuta si mette in ghingheri per la cerimonia (e si vede da lontano che non ci è abituato), entrambi arriviamo in ghingheri al primo appuntamento, e, dopo qualche settimana di lavoro insieme, chi prima si presentava sempre in ghingheri si accontenta di mise sgangherate.

Troppo strana per vivere da sola, questa parola esiste solo dalla fine dell’Ottocento e solo in quella manciata di formule che contemplano la locuzione ‘in ghingheri’. Non è una situazione promettente. Ma è così simpatica ed evocativa, che… lunga vita ai ghingheri.

Parola pubblicata il 01 Febbraio 2020