Mass-media

La questione più strepitosa (nel senso meno euforico) che riguarda questo lemma è la sua pronuncia. C’è un gran dibattere se si debba pronunciare all’inglese o alla latina. Se si pronuncia all’inglese si dà vigore al fatto che la mutuiamo dall’inglese - in seno a cui questa locuzione è nata all’inizio del secolo scorso. Se si pronuncia alla latina si dà risalto alla sua ascendenza. Non c’è un uso canonico. Ma diciamo che mentre ‘mass media’ si può pronunciare coerentemente tutto all’inglese (mès mìdia), pronunciare ‘mass’ alla latina è piuttosto strano. Stesso dicasi anche il (raro) singolare ‘mass medium’.

Pronuncia a parte, i mass media sono un grande oggetto d’interesse filosofico: i primi tentativi di influenzare le masse attraverso mezzi di comunicazione sono antichissimi - basti pensare alle monete che celebravano i sovrani portandone l’effige, alle rappresentazioni pittoriche e statuarie delle loro persone o dei loro successi che venivano sapientemente diffuse nei regni. Ma ovviamente in quanto ad agilità, raffinatezza e complessità della comunicazione erano dei balocchi, in confronto agli attuali mezzi tramite cui si diffondono informazioni alle masse (e anche la stampa non era questo mezzo eccezionale, se sapeva leggere uno su dieci). Proprio l’informazione diffusa è la chiave del potere del mass media - l’informazione, nel suo duplice di significato di notizia ancora non strutturata in conoscenza e di atto del dare forma a qualcosa. Dopotutto, in una società complessa, informare è fondamentale - anche se questa necessità può essere addomesticata o pervertita.

Grande è la curiosità per ciò che riserva il futuro dei mass media: se alla televisione è stato riconosciuto nei decenni passati e ancora oggi un grande potere nell’influenzare e nel dare corpo e sostanza all’immaginario e ai desideri della gente, ancora nebuloso è l’effetto che un mass-media pervasivo, interattivo e reticolare come internet può avere, specie in relazione ai vecchi mass-media.