Nababbo

na-bàb-bo

Significato Alto funzionario dell’Impero Moghul indiano, poi principe; persona eccezionalmente ricca

Etimologia attraverso l’inglese nabob o il francese nabab o il portoghese nabâb, dall’urdu nawwāb, prestito dall’arabo nuwwāb, plurale di nā’ib ‘reggente, vicario’.

Per descrivere persone di superba ricchezza si ricorre spesso a nomi lontani di dignitari esotici, che hanno solleticato l’immaginario collettivo. E anche se il termine nababbo è consueto e ricorrente, ed è chiaro che sia di questa risma, chi fosse di preciso il nababbo se lo domandano in pochi.

Il nababbo giunge a noi nientemeno che dall’India, dove nasce come titolo di alti funzionari dell’Impero Moghul, che dominò l’India fra il XVI secolo e la metà del XIX. Era un Impero islamico, e infatti il suo nome urdu è un prestito dall’arabo. Visto che tutto il mondo è paese e che anche il titolo di nababbo rispondeva a delle logiche feudali, dal funzionario di rango passa a indicare la figura di un principe di uno stato del subcontinente Indiano, che deve fedeltà all’imperatore. Non proprio un poveraccio.

Nel quadro, già complesso, si aggiungono le potenze coloniali europee. In particolare gli Inglesi, che annetteranno l’India al loro Impero, useranno questo titolo come titolo nobiliare proprio da attribuire in loco ai meritevoli. Ed è così attraverso gli adattamenti coloniali inglesi, francesi e portoghesi che giunge a noi questo nome, che abbiamo poi tinto in maniera un po’ naïf e accattivante fino a farlo diventare il nababbo che conosciamo.

Parola pubblicata il 24 Gennaio 2017