Ramingo
ra-mìn-go
Significato Che va errando senza meta e senza sosta
Etimologia dal provenzale antico ramenc ‘che va di ramo in ramo’.
Parola pubblicata il 29 Novembre 2016
ra-mìn-go
Significato Che va errando senza meta e senza sosta
Etimologia dal provenzale antico ramenc ‘che va di ramo in ramo’.
Parola pubblicata il 29 Novembre 2016
Certi giovani uccelli, che ancora non sanno volare, osano uscire comunque dal nido, spingendosi a saltellare di ramo in ramo. Questa è l’immagine che sta alla base del ramingo: infatti il muoversi di ramo in ramo non è proprio quel dirigersi sicuro di chi sa dove sta andando, e non conosce soste prolungate e comode.
Il ramingo, per fortuna avversa, per intima irrequietezza, per spirito lieve di non appartenenza, si ritrova peregrino ad errare senza volere o poter essere volto a una meta precisa, e senza ristare a lungo in nessun luogo. È un attributo che si attaglia a poeti raminghi come Foscolo o Fusinato, al viaggiatore ramingo che gira intorno al mondo senza un progetto esatto, ai cani raminghi che si spostano per i campi e i boschi (e non scordiamo i I Raminghi dell’Ithilien del Signore degli Anelli).
C’è una certa poesia, in questa parola: l’andare del ramingo non è organizzato come quello del nomade, è più leggero e meno opportunista di quello del vagabondo; è più sottile di quelli del girovago o dell’errante, e il ramingo non è relegato al limite del cerchio sociale come il randagio.
Ricordiamo infine che ‘ramengo’ nasce come variante di ramingo, con esiti di significato decisamente diversi.