Sacculinizzazione
sac-cu-li-niz-za-zió-ne
Significato Evoluzione degenere; parassitismo, atrofia
Etimologia neologismo coniato da Konrad Lorenz nel 1983 nel suo libro “Il declino dell’uomo”, mutuandolo da Sacculina carcini nome di un parassita del granchio.
Parola pubblicata il 23 Maggio 2013
La Sacculina carcini è un animale molto suggestivo. Appartiene all’ordine dei cirripedi, ed è un parassita del granchio della sabbia Carcinus maenas. Nasce come essere autonomo, ma subito si mette in cerca del suo ospite; quando lo trova gli si aggrappa addosso, e gli inserisce parte di sé in un interstizio della corazza - giusto un manipolo di cellule. Il resto del suo corpo resta appiccicato all’ospite come un’inutile appendice: la vera vita del parassita continua in quelle cellule che ha inserito dentro la corazza del granchio, che crescono fino a costituire una ghiandola. In effetti la Sacculina carcini diventa una vera e propria ghiandola sessuale, capace di alterare le funzioni biologiche dell’ospite - che si sobbarca per entrambi la responsabilità di sopravvivere. L’azione di questo parassita non si ferma qui. Infatti, agendo sulla produzione ormonale del granchio, arriva a sterilizzarlo, facendogli convogliare tutte le energie nell’accumulo di cibo, nella cura, cioè, del proprio parassita, escludendo dalla sua vita la prolificazione, la pulizia, tutto. Inoltre, se il granchio è maschio, inizia a farlo comportare come una femmina. A quel punto deposita all’interno del corpo dell’ospite le proprie uova. Sopraggiunge il sacculina maschio, che penetra nel corpo del granchio ospite e feconda quelle uova. Lì la coppia di sacculine vivrà per il resto della propria vita, come una coppia di anziani coniugi nella casa di campagna, continuando sempre a far deporre uova di sacculina fecondate al granchio, come se fossero le sue.
Perché Lorenz prende questo esempio per parlare di evoluzione degenere? La sacculina, nella propria evoluzione biologica, impone ad un altro essere di gestire in sua vece molte delle proprie funzioni vitali basilari. Mentre lei se ne resta immobile, incistata nell’ospite, nutrendosi di ciò che lui si è procacciato e decidendo la sua sorte - ma completamente cieca rispetto a ciò che accade nel suo ambiente. Ora, un profilo del genere è molto eloquente: vi ricorda qualcosa?
Lorenz affronta il discorso della sacculinizzazione in un’ottica precipuamente genetica; inoltre non mi azzarderei a saggiare al crogiolo la purezza dei valori di Lorenz (brutte collusioni coi Nazisti). Ma l’immagine è buona. È molto buona.
Ci si prende cura del nonno mettendolo in casa di riposo; guardando un cellulare non percepiamo gli schiavi che hanno cavato il coltan nel medesimo cellulare contenuto, e nell’outlet non si vedono i palazzi crollati in Bangladesh; si compra droga a prezzi onesti e si va alla manifestazione in ricordo di Falcone e Borsellino; si sognano oleograficamente rendite, vitalizi, vincite al lotto.
La ragione singola e contingente di ciascun caso di delega o ignoranza è ovviamente giustificata; ma quando le migliaia di ragioni singole e contingenti formano un disegno permanente, eccoli apparire: l’atrofia, il parassitismo. La sacculinizzazione.