Sciabordio

scia-bor-dì-o

Significato L’agitazione continua, ripetuta di un liquido contro un ostacolo o di qualcosa in un liquido

Etimologia etimo incerto, derivato di bordo, forse incrociato con sciacquare.

In questa parola troviamo un serto di sensazioni visive, uditive, ma anche tattili, di forza — e questo la rende particolarmente potente, insieme a un ingombro e a un suono che la fa sempre notare.

Se c’è un elemento, in questa parola, che si riconosce in maniera evidente (e che peraltro da un punto di vista linguistico è il solo individuato pacificamente), è il bordo. Lo sciabordio è un moto continuo d’acqua o di altro liquido che avviene presso un limite, un ostacolo, un bordo — che può essere quello interno di una recipiente così come quello di un molo, o di una chiglia di nave. Il liquido agitato, da scosse od onde, scorre e sbatte su pareti.

Infatti il primo significato con cui è venuto fuori ‘sciabordare’ (e parliamo dell’Ottocento) è stato quello di sciacquare, nel senso proprio di ‘lavare’, intendendo un agitare qualcosa nell’acqua così come l’agitare l’acqua in qualcosa — dopotutto anche noi sciabordiamo una soluzione saponata nel fiasco per pulirlo. E in effetti un’ipotesi vuole che ‘sciabordare’ sia frutto di un incrocio con ‘sciacquare’, anche se alcuni avanzano che quell’elemento scia- iniziale potrebbe essere una sorta di rafforzativo.

Ad ogni modo, col passare dei decenni e in maniera definitiva nel Novecento, lo sciabordìo prende una dimensione più poetica, più evocativa, più attenta a raccontare con precisione suggestiva questo movimento di liquido contro solido, continuo, ripetuto.

Si può parlare dello sciabordìo dell’acqua nella grande tinozza che stiamo trasportando fuori, che ci sbilancia col suo moto caotico e schizza dappertutto, o di come lo zio guidi cauto con l’orecchio teso a cogliere il minimo sciabordio del prezioso contenuto delle botticelle che ha nel bagagliaio; si può parlare dello sciabordio delle onde sotto il pontile che copre le nostre parole, del quieto sciabordio contro lo scafo, che ci culla.

Un termine di grande incisività, capace di investire con una complessità sensoriale davvero ricca.

Parola pubblicata il 20 Agosto 2021