Spinello

spi - nèl - lo

Significato Pesce spinarolo, pietra preziosa anticamente confusa con il rubino, voce gergale che indica la sigaretta con mistura di prodotti derivati dalla pianta di cannabis

Etimologia nei tre significati, con motivi diversi, diminutivo della parola spina, dal latino spīna, cioè ‘spina’, da una radice protoitalica.

  • «La corona è ornata da uno splendido spinello.»

Siamo di fronte a tre parole che condividono la stessa etimologia e la stessa semplice immagine fondamentale, ciascuna con un perché diverso e, come vedremo, supportato da dei buoni motivi, più o meno immediati e intuitivi.

Partiamo con il pesce, il più logico e concreto, che non richiede alcun volo figurato: lo spinello è un altro nome per il pesce spinarolo, uno squaletto dei fondali bassi, diffusissimo nel Mediterraneo. Deve il suo nome ad una particolarità delle sue due pinne dorsali: hanno spine puntute e blandamente avvelenate che usa a scopo difensivo. Un nome prosaico, addirittura.

Un po’ meno intuitivo è il motivo che si cela dietro l’utilizzo della parola spinello quando indica le sigarette il cui contenuto è costituito da tabacco e prodotti della pianta della cannabis ricchi in principi attivi più o meno psicotropi. Sembra che la voce gergale sia nata assimilando la forma sottile e affusolata della sigaretta rollata a mano a quella di una spina. In effetti, molto spesso, questo genere di sigarette ha l’accenno di una forma conica, più stretta intorno al filtro e larga verso l’estremità esterna. Ciò può ricordare lo sviluppo di una spina.

Di fatto, sulle origini di questo termine vaghiamo, è il caso di dirlo, nelle nebbie più fumose, ma in generale il lessico legato alle sostanze psicotrope è sempre estremamente immaginifico, inventivo e legato al dialetto o al linguaggio giovanile (vedasi i sinonimi di spinello, parola oramai un po’ rétro, come ad esempio canna, cannone, bombolone, petardo o l’anglicismo joint).

Arriviamo al significato più succulento, quello di pietra preziosa. Se vi state chiedendo che razza di pietra potrà mai essere con un nome così brutto, basta dare un’occhiata alla Corona Imperiale di Stato, che scintilla dalle vetrine della Torre di Londra quando non è sul capo del sovrano a Westminster per l’apertura del Parlamento: tra le tante gemme importantissime incastonatevi, ve n’è una che ha il posto d’onore, proprio davanti, appena sopra uno dei diamanti Cullinan: è il rubino del Principe Nero, al centro della croce frontale. Ora, la domanda legittima è: se è uno spinello, perché mai si chiama rubino?

Semplice: la tecnologia che ha permesso di analizzare le pietre e di distinguere uno spinello rosso, minerale isomorfo dalla struttura ottaedrica, da un rubino, corindone con inclusioni di cromo, è nata solo nel Settecento. A quell’epoca quella gemma era già chiamata ‘Rubino del Principe Nero’ da qualche secolo, ormai; infatti fu portato in Gran Bretagna da Edoardo di Woodstock, Principe di Galles e popolarmente chiamato il Principe Nero: lo volle compreso nel pagamento che Pietro I di Castiglia gli versò per l’aiuto militare che gli aveva garantito contro il proprio fratello — e Pietro (tipo smaliziato) l’aveva sottratto nel 1362 al cadavere del sultano di Granada Muhammad VI, che aveva fatto uccidere una volta che era stato suo ospite.

Pare comunque che i mineralogisti, quando si sono trovati di fronte alla scoperta inaspettata, siano rimasti di stucco e, interrogandosi sul nome più adatto a questa ‘nuova’ pietra, abbiano deciso di prendere ispirazione dalla forma assunta dal cristallo nei giacimenti naturali, somigliante a quella di una spina.

Forse una mancanza di fantasia da parte loro, ma tant’è: oggi possiamo dire di star indossando un bello spinello e veder più di un sopracciglio alzarsi di stupore, perché l’immaginazione corre altrove.

Parola pubblicata il 30 Aprile 2023