Stipare

sti-pà-re (io stì-po)

Significato Ammassare, pigiare in uno spazio ridotto

Etimologia dal latino stivare, col medesimo significato.

Le lingue si trasformano continuamente, e proprio per questo può essere meraviglioso, cercando di capire una parola, tornare indietro nel tempo e rendersi conto che di generazione in generazione, di secolo in secolo, quella parola non è cambiata per nulla, se non per certi tratti di minor conto.

Se ci potessimo confrontare con un antico romano, infatti, converremmo che stipare significa ‘ammassare, riempire’ — in un senso che si attaglia a cose e persone. Anche se forse l’uso latino (e anche quello italiano della prima ora) è per certi versi più fresco.

L’etimologia si ferma qui, non ci sono forme precedenti a stipare che risultino attestate in latino — si può solo procedere in senso comparativo fra le lingue indoeuropee, trovando nella sua radice un senso di compressione, costrizione, rigidità. È davvero una parola che ne ha viste tante, come certi ulivi. Così naturalmente noi, come i nostri antichi nonni, potremmo parlare delle stoviglie stipate nella credenza o nella nicchia (in effetti i Romani non usavano molti mobili, preferivano nicchie e ripostigli), del teatro stipato di gente, della biblioteca stipata di volumi. Prima che si allontanasse dall’esperienza condivisa, condividevamo anche il derivato stipa, catasta di ramoscelli per accendere il fuoco e mucchio in genere.

Ma loro l’avrebbero collegato anche a un attorniare e a uno scortare, mentre noi non leggiamo ciò che è stipato come un accompagnamento, un contorno; inoltre, lo collegavano a un addensare. Significato con cui in effetti è stato ripreso anche in italiano, nella lingua poetica e letteraria: ad esempio Dante, nel XXXI dell’Inferno, giungendo al pozzo dei giganti dapprima, nell’aria fosca e nebbiosa confonde le loro figure torreggianti con quelle di vere torri; Virgilio corregge l’impressione errata, e “Come quando la nebbia si dissìpa,/ lo sguardo a poco a poco raffigura / ciò che cela ’l vapor che l’aere stipa”. Il vapore che stipa l’aria è la nebbia che la raddensa e rende opaca.

Ci resta comunque il cuore del significato, dritto: un ammucchiare in uno spazio ridotto, significato con un suono duro e sordo, in cui nessuna consonante fa vibrare le corde vocali, quasi fosse pigiato e attutito insieme dalla calca di gente e roba.

Ma lo stivare? Naturalmente c’entra più che qualcosa: è una variante lenita, e se la colleghiamo in maniera quasi invariabile al caricare una nave, è perché con tutta probabilità c’è un passaggio attraverso il genovese.

Parola pubblicata il 22 Giugno 2020