Stonato

Le parole della musica

sto-nà-to

Significato Attributo di una voce o di uno strumento, come deviazione dall’intonazione corretta, che discorda con il contesto e causa disturbo all’orecchio; dire qualcosa di inappropriato nella conversazione. In un’altra accezione: ‘stordito, frastornato’

Etimologia participio passato del verbo ‘stonare’ — derivato da ‘tono’ (dal latino tonus ‘tensione di una corda; intervallo tra due note; accento; chiaroscuro’) — col prefisso sottrattivo s-. Nella seconda accezione, dal latino volgare extonāre ‘rendere attonito, rintronare’, da tonāre ‘rimbombare; tuonare’ col prefisso ex-.

Questo aggettivo è spesso usato nel linguaggio figurato, fuori dall’area musicale che gli è propria. I fattori che concorrono alla sua definizione sono diversi e dai contorni talora sfumati, motivo per cui, quando si affibbia l’epiteto a qualcuno, non è sempre utilizzato nel suo corretto significato.

Intanto, il concetto di ‘stonato’ può applicarsi sia a un individuo che a uno strumento musicale; viceversa quello di ‘scordato’ normalmente fa riferimento ai soli strumenti.

Occorre inoltre distinguere lo stonato dall’amusico; quest’ultimo è un individuo (mai uno strumento musicale) affetto da amusia, patologia che può essere congenita o acquisita. Tuttavia, nonostante molti ritengano di essere completamente stonati, è raro che siano amusici.

Essere intonati è, normalmente, possibile per chiunque e la stonatura cela spesso cause caratteriali, psicologiche, culturali, sociali, familiari, che quasi sempre potrebbero essere rimosse e corrette. La capacità di intonare o riprodurre una melodia, e quindi anche di accordare uno strumento scordato, proviene dalla combinazione di abilità sia innate che acquisite, tanto più spiccate se il processo di acquisizione cognitiva è avvenuto in età precoce.

Saper riprodurre correttamente un suono, soprattutto con la voce e non con uno strumento a intonazione predeterminata, dipende da diversi fattori. La timidezza può influire notevolmente sulla capacità di intonare, inducendo inconsciamente l’impaurito apprendista cantore ad allontanarsi dal suono proposto per emetterne un altro, di solito più grave e meno sonoro, nella (vana) speranza di rimanere nell’ombra.

Pierfrancesco Tosi scriveva nel 1723 che se s’intona il Re diesis acuto come il Mi bemolle si «stuona, perché quest’ultimo cresce». In acustica, infatti, i parametri intonativi sono più sottili da cogliere. Uno strumento tradizionale, anche se accordato a regola d’arte, risulterà sempre impercettibilmente stonato. Infatti, in ogni sistema musicale i suoni al suo interno sono temperati, ossia ricalcolati accrescendo o diminuendo in misura molto piccola l’altezza di alcuni intervalli, rispetto a quella dei suoni armonici naturali. Gli strumenti musicali provvisti di tasti, come il pianoforte, una volta accordati mantengono per un certo periodo quell’intonazione, senza poter intervenire per mutarla. Altri strumenti, per esempio quelli a fiato, hanno una limitata possibilità di modifica, che può aumentare — è il caso del violino o degli altri strumenti ad arco — sino a divenire totale, come nella voce umana.

Esistono persone che non provano alcun interesse, né attrazione, nei confronti della musica ma, a volte, semplicemente non hanno mai esperito i benefici di una facoltà che è stata donata a tutti gli umani. Ci sono poi figure, come Florence Foster Jenkins, che hanno caparbiamente intrapreso una carriera solistica pur essendo maldestramente stonate.

Comunque, anche se non si vuole diventare musicisti professionisti, secondo alcuni studi sembra che la musica ‘accenda’ le facoltà cerebrali. Del resto, i più antichi manufatti testimoniano inequivocabilmente che la musica era già praticata circa 40.000 anni fa e, dunque, l’homo sapiens non era stonato nemmeno allora. Perché dovremmo esserlo noi?

Parola pubblicata il 12 Settembre 2021

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale