Acciaccatura
ac-ciac-ca-tù-ra
Significato Ammaccatura, schiacciatura. In musica, abbellimento che consiste nell’esecuzione molto rapida di una nota precedente a un’altra.
Etimologia termine composto dal prefisso a- e dall’onomatopea ciac.
Parola pubblicata il 14 Settembre 2025
Le parole della musica - con Antonella Nigro
La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale
Curiosamente, il termine acciaccatura cela un piccolo giallo etimologico. Acciaccatura deriva dalla parola ciac, un’onomatopea che esiste come termine a sé e che si può considerare un’icona del cinema. È la piccola lavagna con un’asticciola di legno mobile sul lato inferiore che, battuta, produce lo schiocco di riferimento per sincronizzare il video e l’audio delle scene riprese.
Reiterato come ciac-ciac, riproduce lo scalpiccio nella pozzanghera. Si può inoltre acciaccare qualcosa…
Nel Trecento Lorenzo Rusio volgarizzò dal latino la Mascalcia (ossia l’arte di ferrare cavalli) e tradusse un capitoletto su come curare il nervus contritus di qualsiasi equino con le parole ‘nervu acciaccato’. Acciacco, però, proviene dallo spagnolo achaque, derivato dall’arabo aš-šaqā ‘affanno, pena’. Forse i due etimi si sono incrociati? Misteri dell’etimologia.
Ma ora ci occupiamo di musica. Ciac si può genericamente interpretare come il suono delle castagnette (o nacchere che dir si voglia), oppure di altre piccole percussioni, come i legnetti. Persino la ciaccona, danza divenuta poi una forma autonoma strumentale barocca, proviene dallo spagnolo chacona ed è debitrice, etimologicamente parlando, al suono delle nacchere che erano solite in origine accompagnarla.
Più impegnativo è individuare i significati del termine acciaccatura. Designa uno degli abbellimenti (che gli inglesi chiamano vezzosamente grace notes), e modernamente è un’ornamentazione melodica. Si segna con una croma in corpo più piccolo con un taglio che l’attraversa, così come compare anche nella palette degli ‘attrezzi di lavoro’ in famosi software di notazione musicale:
L’acciaccatura si realizza eseguendo la piccola nota musicale con molta rapidità, il che può avvenire ‘in battere’ o ‘in levare’, ossia può avere l’accento oppure può dare slancio all’accento della nota successiva.
La scrittura musicale inizialmente serviva a fornire un canovaccio che poi l’esecutore suonava inserendo variazioni e abbellimenti a seconda delle proprie capacità, degli usi locali e di altre circostanze contingenti; la stessa composizione poteva perciò suonare diversamente, un po’ come succede oggi, quando una cover reinterpreta un successo del passato.
Nelle pratiche esecutive al cembalo dell’età barocca italiana, le acciaccature arricchivano l’armonia aggiungendo suoni contigui ad alcune note di specifiche armonie, producendo rapidi arpeggi – quasi un cluster di note dissonanti – che accompagnavano con eleganza recitativi e canti di carattere serio (cluster, parola inglese che significa grappolo, raggruppamento, in musica identifica un gruppo di note adiacenti suonate simultaneamente; tipico nella musica contemporanea: il gomito sulla tastiera del pianoforte).
Compagno coevo dell’acciaccatura era il mordente: Francesco Gasparini nel 1708 osservava che veniva chiamato così «a guisa del morso di un piccolo animaletto, che appena morde subito lascia, e non offende». Questo particolare si adatta anche a descrivere l’effetto prodotto dall’acciaccatura moderna, che è veloce e cessa immediatamente, non appena viene suonata la nota successiva a cui è applicata.
Ma questi ornamenti vanno considerati alla stregua di orpelli superflui, che rispecchiano solo un gusto ‘barocco’, antiquato, o ricercato? Bisogna considerare che sino a Ottocento inoltrato, chiunque andasse ad ascoltare un cantante o uno strumentista professionista si aspettava che variasse la melodia, improvvisando ogni sorta di abbellimenti.
Anche la musica etnica e popolare, notoriamente a carattere spesso improvvisativo, abbonda di questi artifici, e qui l’acciaccatura può vantare una dignità analoga a quella che possiede nelle composizioni di musica colta.
E, per concludere, quanto è importante l’acciaccatura nell’incipit tematico del celebre rondò della sonata Patetica di Beethoven?
Se non ci fossero quelle due notine, si perderebbe qualcosa. Chissà, forse l’acciaccatura non è così superflua come potrebbe sembrare e il desiderio di ‘abbellire’, inteso come aspirazione alla bellezza, risponde a un meraviglioso afflato del Creato.