Variazione
Le parole della musica
va-ria-zió-ne
Significato Atto del variare, apportando cambiamenti. In musica, questo stesso procedimento ha dato origine alla forma denominata ‘tema e variazioni’, poi rientrata nel linguaggio ordinario con senso figurato
Etimologia dal latino variàtio derivato di variare.
- «Nonostante abbia parlato per due ore, ha proposto solo le solite variazioni sul tema.»
Parola pubblicata il 22 Dicembre 2024
Le parole della musica - con Antonella Nigro
La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale
Variazione indica un certo grado di cambiamento. Nell’uso corrente spesso si parla di una rassicurante ‘lieve variazione’ e difficilmente di una ‘variazione radicale’, come potrebbe invece avvenire con sinonimi quali mutamento o modifica.
La capacità di saper variare è da sempre un ingrediente essenziale d’ogni prodotto d’arte. Dante, Antonio da Tempo e Pietro Bembo affermavano che la variazione era una delle tre partizioni primarie di un testo poetico (le altre erano suono e numero, ma a queste due ogni autore attribuì un significato diverso). A chi fosse interessato, qui troverà un ottimo approfondimento di Thomas Persico.
Come s’intuisce facilmente, i concetti di suono, numero e variazione possono attecchire sulla sfera retorica come su quella musicale. Nella retorica, ad esempio, volendosi esprimere con varietà per evitare monotone ripetizioni, ci si avvale di parole (di solito sinonimi) o di costrutti logici (per esempio di perifrasi) equivalenti. Se dobbiamo ripetere il nome di Dante – usato già cinque parole fa – ricorreremo a una variatio come ‘il Padre della lingua italiana’.
In musica la variazione s’impiega con intenti analoghi; perciò quando si ripropone un ‘tema’ già ascoltato, viene rinnovato per evitarne la ripetizione pedissequa. Per inciso: un tema può consistere in una melodia, in un basso, in una successione armonica o nell’insieme di questi elementi, e indicativamente è formato da un numero di battute compreso tra otto e trentadue (la musica si fonda su regole ferree… ma passibili di trasgressione).
Il principio di variare un tema musicale si ritrova già nel Rinascimento e nel primo periodo barocco, per esempio nelle Variazioni sopra la follia. Nel Settecento si concretizzò in una forma musicale vera e propria, chiamata propriamente ‘tema e variazioni’.
Il secondo movimento del Quartetto per archi op. 76, n. 3 di Franz Josef Haydn è un tema seguito da quattro variazioni; è conosciuto anche da chi non frequenta le sale da concerto perché divenne il primo inno nazionale austriaco, poi dismesso, ed è oggi quello della Germania. Ecco la melodia del tema, conosciuta come Kaiserhymne.
Anche chi non è musicista riconoscerà questa stessa melodia nella versione per quartetto d’archi, enunciata inizialmente dal primo violino e poi, nella variazione n. 1, affidata al secondo violino. Il primo violino contrappunta la melodia con rapidi arpeggi; gli altri strumenti hanno pausa. Sulle ali della fantasia, seguono le altre variazioni, dove il tema passerà al violoncello, alla viola e infine nuovamente al primo violino, ogni volta foriero di sensazioni nuove.
L’Ottocento fu probabilmente il secolo d’oro per questa forma musicale. È soprattutto grazie alle famose Variazioni Diabelli di Beethoven, che il nome dell’editore e compositore austriaco Anton Diabelli ancora sopravvive nella storia della musica. Diabelli aveva inviato un suo valzer ai migliori compositori austriaci del momento, chiedendo a ciascuno di comporre una variazione sul suo tema. A differenza degli altri cinquanta partecipanti, Beethoven compose non una, ma trentatré variazioni e ottenne un’edizione separata.
Sebbene talvolta criticate per l’uso a volte esteriore con cui furono impiegate, le variazioni continuarono a essere sfruttate. Uno per tutti, nella seconda metà dell’Ottocento Johannes Brahms esplorò ogni possibilità che potevano offrire.
Il successo della forma musicale ha permesso di acquisire nel linguaggio quotidiano l’intera locuzione. Oggi si parla di ‘variazioni sul tema’ anche in senso figurato. La guida davanti al Pantheon spiega ai turisti tutte le ‘variazioni sul tema’ riguardanti le tecniche di copertura delle cupole e, a proposito dei tortelli in brodo per il pranzo di Natale, l’anfitrione propone ai commensali la sua ‘variazione sul tema’ della ricetta classica.