SignificatoChi porta i cibi; in particolare, l’incaricato di portare il cibo ai cardinali in conclave
Etimologia dal latino dàpifer, composto di daps, dapis ‘dape’, cioè vivanda, banchetto, e da ferre ‘portare’.
Gli esiti di questa ricercata parola, nel panorama europeo, sono stati piuttosto differenti.
La figura base del dapifero è quella del portatore di vivande - ovviamente, in ambienti alti: un ufficio che, per quanto ci paia umile, era un importante presidio, anche rituale. Tant’è che da noi ha preso questo nome in particolare l’incaricato di portare il cibo ai cardinali chiusi nel conclave - ruolo delicato, in quanto (quasi) unico punto di contatto con l’esterno.
In Germania, in Francia e in Inghilterra, invece, dapifero è stato un titolo ufficiale che descriveva variamente gli attendenti dei nobili o addirittura gli ufficiali di Stato presso la corte reale, o i generali di particolare caratura. Ciò non deve stupire: spesso uffici apparentemente umili sono stati alla base di titoli ufficiali presso le corti - pensiamo al ‘connestabile’, in origine soprintendente delle stalle.
Ad ogni modo, in italiano, per quanto sia un termine desueto, mantiene una relazione diretta con l’azione del portare le libagioni: ci guardiamo da una parte all’altra del tavolo quando il dapifero delle pizze a domicilio è in ritardo, si apprezza la sollecitudine dei dapiferi del catering, e anche se invitiamo la mamma a cena da noi, non sveste i panni della dapifera (e si presenta con due teglie di parmigiana di melanzane).
È una parola che naturalmente si può avere qualche resistenza a usare - e questo è ancor più vero per la ‘dape’, cioè il cibo, la vivanda, il banchetto. Ma ricercare il ricercato è un atto di alta cultura - specie quando ci mette in contatto con cotanta tradizione.
Gli esiti di questa ricercata parola, nel panorama europeo, sono stati piuttosto differenti.
La figura base del dapifero è quella del portatore di vivande - ovviamente, in ambienti alti: un ufficio che, per quanto ci paia umile, era un importante presidio, anche rituale. Tant’è che da noi ha preso questo nome in particolare l’incaricato di portare il cibo ai cardinali chiusi nel conclave - ruolo delicato, in quanto (quasi) unico punto di contatto con l’esterno.
In Germania, in Francia e in Inghilterra, invece, dapifero è stato un titolo ufficiale che descriveva variamente gli attendenti dei nobili o addirittura gli ufficiali di Stato presso la corte reale, o i generali di particolare caratura. Ciò non deve stupire: spesso uffici apparentemente umili sono stati alla base di titoli ufficiali presso le corti - pensiamo al ‘connestabile’, in origine soprintendente delle stalle.
Ad ogni modo, in italiano, per quanto sia un termine desueto, mantiene una relazione diretta con l’azione del portare le libagioni: ci guardiamo da una parte all’altra del tavolo quando il dapifero delle pizze a domicilio è in ritardo, si apprezza la sollecitudine dei dapiferi del catering, e anche se invitiamo la mamma a cena da noi, non sveste i panni della dapifera (e si presenta con due teglie di parmigiana di melanzane).
È una parola che naturalmente si può avere qualche resistenza a usare - e questo è ancor più vero per la ‘dape’, cioè il cibo, la vivanda, il banchetto. Ma ricercare il ricercato è un atto di alta cultura - specie quando ci mette in contatto con cotanta tradizione.