Foruncolo
fo-rùn-co-lo
Significato Infezione suppurante di un follicolo
Etimologia voce dotta recuperata dal latino furùnculus ‘getto della vite; foruncolo’, propriamente ‘ladruncolo’, diminutivo di fur ‘ladro’.
Parola pubblicata il 08 Novembre 2025

fo-rùn-co-lo
Significato Infezione suppurante di un follicolo
Etimologia voce dotta recuperata dal latino furùnculus ‘getto della vite; foruncolo’, propriamente ‘ladruncolo’, diminutivo di fur ‘ladro’.
Parola pubblicata il 08 Novembre 2025
Il foruncolo è etimologicamente un ladruncolo. Ruba... la bellezza? Be’, ne ha la nomea, ma non è da questa eventualità che nasce l’associazione. Stiamo forse per catapultarci nel mondo agricolo dell’antichità? Stiamo per catapultarci nel mondo agricolo dell’antichità.
Già allora era chiarissimo che le piante richiedono d’essere potate, per fruttificare al meglio. Lo sperimentiamo anche oggi e perfino noi coi nostri pomodori nel vaso in terrazzo: se lasciamo tutti i rami così come vengono in pieno rigoglio, l’energia della pianta risulterà dispersa. Va compiuta da subito una scelta recisa, se vogliamo datterini in abbondanza.
La figura vegetale del furùnculus nasce proprio indicando il tralcio nuovo della vite, che ruba linfa ed energia al pollone principale. Naturalmente il tralcio, prima d’esser tralcio, è gemmetta, escrescenza; ed è così che il furunculus smette di estroflettersi solo in lunghezze notevoli e semplicemente spunta, e cessa di trovarsi solo su fusti vegetali e compare anche sulla nostra pelle.
È questa immagine, che dobbiamo figurarci ben più prossima all’esperienza quotidiana di quanto non sia la potatura oggi, alla base dei nostri splendidi follicoli piliferi infetti e suppuranti, e per estensione dei nostri meravigliosi brufoli. Certo che però il foruncolo, con la sua tradizione dotta, il suo pedigree di antichità rurale, il richiamo a una coltura delle più nobili, si è presentato e prestato all’italiano con una certa aura — che se non rimane letteraria, è almeno distinta. Altra roba rispetto all’incerta onomatopea del brufolo, alle didascalie delle bolle e delle pustole (che per quanto a loro volta di derivazione dotta e forti di un’allure medica, etimologicamente bolle restano). La lunghezza sensibile, il timbro streghesco di blando schifo, la veste diminutiva, danno al foruncolo un profilo icastico: lo rendono una parola ricca, che si fa notare (non come una mera bolla). La sua ricercatezza almeno libresca lo fa risaltare rispetto a considerazioni più ordinarie.
Posso parlare del foruncolo che mi è spuntato fra naso e labbro il giorno in cui devo rifare le foto-tessere; lo zio giura e spergiura che contro quel foruncolo l’applicazione di una goccia di vino è un toccasana; e non voglio mai più sentir parlare di lui, di quel foruncolo sulla faccia del mondo.
Incredibili letture e riletture dell’esperienza umana della vita.