SignificatoSecondo periodo dell’era mesozoica (circa 200-145 milioni di anni fa); proprio di questa era; superato, obsoleto
Etimologia dal francese jurassique ‘delle montagne del Giura’, massiccio montuoso fra Francia e Svizzera.
Oggi spendiamo qualche parola in più del solito per una curiosa questione contemporanea che riguarda i dinosauri.
Certo, il 2020, le contraddizioni degli anni ‘90, il Secolo breve, l’evo moderno, il Mille, e indietro l’età classica, le rovine che ci lasciano attoniti. Già concepire l’avvicendamento di questo passato è difficile. Qui però dobbiamo partire arrendendoci: certe realtà temporali, anche se reali e visibili, non si possono concepire nella sfera del sensibile.
L’ultimo mezzo miliardo di anni (arrotondando, ed è buffo farlo su queste cifre inconcepibili come stessimo facendo la torta della nonna) è un eone chiamato Fanerozoico (rileggi), letteralmente l’eone della vita visibile, in cui le tracce di vita sono abbondanti. Esso è diviso in tre ere, il Paleozoico, il Mesozoico e il Cenozoico (la nostra), ere rispettivamente della vita antica, della vita di mezzo e della vita nuova. Il Giurassico è il periodo intermedio del Mesozoico, compreso fra il precedente Triassico e il successivo Cretacico, quindi un po’ il punto centrale di questo intero eone Fanerozoico — ma un ‘punto’ di diverse decine di milioni di anni, grossomodo compreso fra i 200 e i 145 milioni di anni fa. Il nome ‘Giurassico’ deriva dal fatto che i Tirannosauri erano gente d’onore, e zampetta sul cuore spesso giurav… No, non diciamo sciocchezze, i Tirannosauri sono del Cretacico, e sono cronologicamente più vicini a noi di quanto non lo fossero agli Stegosauri giurassici.
Ora, i nomi di questi periodi geologici, che sappiamo ricostruire così affollati di vita così diversa, traggono spesso il loro nome dal luogo in cui certi rilevamenti hanno permesso di distinguerli (ma identificato spesso con un gusto ottocentesco, un po’ romantico). Se ‘Devoniano’ viene dalla contea inglese di Devon, ‘Cambriano’ nasce da Cambria, toponimo latino del Galles, mentre ‘Permiano’ nasce dalla zona occupata dallo stato medievale di Permia, lungo il corso della Kama, affluente del Volga; poi il Carbonifero si divide in ‘Pennsylvaniano’ e ‘Mississippiano’ — e ampiamente via dicendo.
Il Giurassico ci porta sui monti del Giura, massiccio fra Svizzera e Francia, subito a est della Borgogna (zona che trae probabilmente il suo nome da una radice celtica che fa riferimento, senza fantasia spiazzante, alla foresta): fu a partire dai primi rilievi compiuti qui fra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento che il geologo prussiano Leopold von Buch fu in grado di individuare e tripartire il periodo giurassico.
A questo punto della storia di questo termine saremmo davanti a un periodo geologico come tanti altri. Non descrive il più antico, non vi accadono cose né più né meno spettacolose che in altri periodi, non mostra una capacità di penetrazione nel lessico generale del grande pubblico superiore agli altri. Finché…
Nel 1990 uscì un romanzo di Michael Crichton chiamato Jurassic Park. Best seller mondiale. Tre anni dopo Steven Spielberg ne tirava fuori uno dei film più famosi della storia del cinema — Jurassic Park è stato il primo film che io abbia visto al cinema. Senza alcun tipo di pretesa geocronologica (la maggior parte delle creature riportate in vita dagli sforzi di Hammond non è del Giurassico), il nome di questo periodo in italiano è diventato una vera antonomasia per il-tempo-dei-dinosauri. Oltretutto suona maledettamente bene, echeggiando uno di quei cupi rugghi che ci immaginiamo propri di un teropode minaccioso (giurawr) — niente a che vedere con l’intellettualità numerica del Triassico (così chiamato dall’apprezzabile tripartizione stratigrafica), o con la somiglianza del Cretaceo, o Cretacico, col ‘cretino’: chi vogliono spaventare? Che cosa vorrebbero evocare? Largo al Giurassico!
Così fra gli anni ‘90 e i primi del nuovo millennio, con estensione dapprima gergale — perfino con un tratto giovanile, oggi ormai con un profilo vintage (vintage il Giurassico!) — questo aggettivo ci consegna il significato del superato, del vecchissimo, del completamente antiquato, e lo fa non con le immagini mosce e severe del logoro, del muffito, dello stantio, dell’arcaico, ma con una spintissima iperbole temporale e il profilo gagliardo dell’Allosauro.
Così l’amico può parlarci di quanto sia giurassico il concetto di ‘deodorante’, si può notare la composizione giurassica della squadra di vertice, e possiamo ritrovare una nostra poesia giurassica che però aveva la sua scintilla.
Oggi spendiamo qualche parola in più del solito per una curiosa questione contemporanea che riguarda i dinosauri.
Certo, il 2020, le contraddizioni degli anni ‘90, il Secolo breve, l’evo moderno, il Mille, e indietro l’età classica, le rovine che ci lasciano attoniti. Già concepire l’avvicendamento di questo passato è difficile. Qui però dobbiamo partire arrendendoci: certe realtà temporali, anche se reali e visibili, non si possono concepire nella sfera del sensibile.
L’ultimo mezzo miliardo di anni (arrotondando, ed è buffo farlo su queste cifre inconcepibili come stessimo facendo la torta della nonna) è un eone chiamato Fanerozoico (rileggi), letteralmente l’eone della vita visibile, in cui le tracce di vita sono abbondanti. Esso è diviso in tre ere, il Paleozoico, il Mesozoico e il Cenozoico (la nostra), ere rispettivamente della vita antica, della vita di mezzo e della vita nuova. Il Giurassico è il periodo intermedio del Mesozoico, compreso fra il precedente Triassico e il successivo Cretacico, quindi un po’ il punto centrale di questo intero eone Fanerozoico — ma un ‘punto’ di diverse decine di milioni di anni, grossomodo compreso fra i 200 e i 145 milioni di anni fa. Il nome ‘Giurassico’ deriva dal fatto che i Tirannosauri erano gente d’onore, e zampetta sul cuore spesso giurav… No, non diciamo sciocchezze, i Tirannosauri sono del Cretacico, e sono cronologicamente più vicini a noi di quanto non lo fossero agli Stegosauri giurassici.
Ora, i nomi di questi periodi geologici, che sappiamo ricostruire così affollati di vita così diversa, traggono spesso il loro nome dal luogo in cui certi rilevamenti hanno permesso di distinguerli (ma identificato spesso con un gusto ottocentesco, un po’ romantico). Se ‘Devoniano’ viene dalla contea inglese di Devon, ‘Cambriano’ nasce da Cambria, toponimo latino del Galles, mentre ‘Permiano’ nasce dalla zona occupata dallo stato medievale di Permia, lungo il corso della Kama, affluente del Volga; poi il Carbonifero si divide in ‘Pennsylvaniano’ e ‘Mississippiano’ — e ampiamente via dicendo.
Il Giurassico ci porta sui monti del Giura, massiccio fra Svizzera e Francia, subito a est della Borgogna (zona che trae probabilmente il suo nome da una radice celtica che fa riferimento, senza fantasia spiazzante, alla foresta): fu a partire dai primi rilievi compiuti qui fra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento che il geologo prussiano Leopold von Buch fu in grado di individuare e tripartire il periodo giurassico.
A questo punto della storia di questo termine saremmo davanti a un periodo geologico come tanti altri. Non descrive il più antico, non vi accadono cose né più né meno spettacolose che in altri periodi, non mostra una capacità di penetrazione nel lessico generale del grande pubblico superiore agli altri. Finché…
Nel 1990 uscì un romanzo di Michael Crichton chiamato Jurassic Park. Best seller mondiale. Tre anni dopo Steven Spielberg ne tirava fuori uno dei film più famosi della storia del cinema — Jurassic Park è stato il primo film che io abbia visto al cinema. Senza alcun tipo di pretesa geocronologica (la maggior parte delle creature riportate in vita dagli sforzi di Hammond non è del Giurassico), il nome di questo periodo in italiano è diventato una vera antonomasia per il-tempo-dei-dinosauri. Oltretutto suona maledettamente bene, echeggiando uno di quei cupi rugghi che ci immaginiamo propri di un teropode minaccioso (giurawr) — niente a che vedere con l’intellettualità numerica del Triassico (così chiamato dall’apprezzabile tripartizione stratigrafica), o con la somiglianza del Cretaceo, o Cretacico, col ‘cretino’: chi vogliono spaventare? Che cosa vorrebbero evocare? Largo al Giurassico!
Così fra gli anni ‘90 e i primi del nuovo millennio, con estensione dapprima gergale — perfino con un tratto giovanile, oggi ormai con un profilo vintage (vintage il Giurassico!) — questo aggettivo ci consegna il significato del superato, del vecchissimo, del completamente antiquato, e lo fa non con le immagini mosce e severe del logoro, del muffito, dello stantio, dell’arcaico, ma con una spintissima iperbole temporale e il profilo gagliardo dell’Allosauro.
Così l’amico può parlarci di quanto sia giurassico il concetto di ‘deodorante’, si può notare la composizione giurassica della squadra di vertice, e possiamo ritrovare una nostra poesia giurassica che però aveva la sua scintilla.