SignificatoRagionamento che appare coerente ma è fallace, viziato non intenzionalmente nel procedimento logico
Etimologia dal greco paralogismós ‘ragionamento falso’, da logismós ‘ragionamento’, col prefisso para- nel senso di deviazione.
Per la serie ‘tutto ciò che importa ha un nome’, oggi vediamo un termine particolarmente rilevante e raffinato, che fotografa uno speciale vizio del pensiero.
Quando ci imbattiamo in un ragionamento che fa acqua, per descriverlo ci possono venire in mente molte parole — di cui tante irripetibili. Bontà nostra, non ci fermiamo a domandarci come l’avrebbe chiamato Aristotele. Il quale invece saprebbe darci degli spunti interessanti per portare un po’ di discernimento nella galassia generica della fesseria: in effetti i significati correnti del paralogismo sono proprio di ispirazione aristotelica, anche se in filosofia ricorre volentieri e con sfumature diverse.
Il paralogismo è etimologicamente un ragionamento sviato, falso — che da un punto di vista della conseguenza logica è fallace. All’apparenza è un ragionamento coerente, magari perfino di buon senso, ma una premessa errata, un’implicazione abusiva inconsapevole, un’ambiguità linguistica lo minano. Chi ha parlato era a favore della proposta, quindi tutto il gruppo è unanime; a me che lo uso bene non si è mai rotto, quindi se si è rotto mentre lo usavi tu lo hai usato male; lo hanno assolto per mancanza di prove quindi è innocente. Invece non siamo davanti a un paralogismo quando la sciocchezza è sesquipedale e sfacciata.
Inoltre il paralogismo ha un tratto essenziale distintivo: è involontario. Al contrario del sofisma, che con potente intelligenza dispiega e congegna vizi di ragionamento per impressionare, convincere e propagandare, il paralogismo ha un’aura di buona fede — tanto nell’ottusità generale quanto nella svista del momento.
Questa parola è quindi una risorsa preziosa, capace di individuare non un vizio specifico ma un’utile categoria di vizi del ragionamento. Durante la discussione per iscritto si può far notare un paralogismo che era sfuggito, il giornale può correggere alcuni paralogismi correnti attraverso una buona intervista, e la tesi, per quanto suggestiva e brillante, può essere indebolita da paralogismi cruciali. C’è però un problema.
Per quanto i ragionamenti sviati possano essere detti grossolani, i loro errori hanno una certa sottigliezza intellettuale, e non è detto possano sempre essere colti e compresi. Molte delle persone che compiono o diffondono paralogismi non hanno gli strumenti per afferrare la natura del paralogismo, quindi lo stesso termine ‘paralogismo’ rischia il destino di un’amenità da tertulia.
Per la serie ‘tutto ciò che importa ha un nome’, oggi vediamo un termine particolarmente rilevante e raffinato, che fotografa uno speciale vizio del pensiero.
Quando ci imbattiamo in un ragionamento che fa acqua, per descriverlo ci possono venire in mente molte parole — di cui tante irripetibili. Bontà nostra, non ci fermiamo a domandarci come l’avrebbe chiamato Aristotele. Il quale invece saprebbe darci degli spunti interessanti per portare un po’ di discernimento nella galassia generica della fesseria: in effetti i significati correnti del paralogismo sono proprio di ispirazione aristotelica, anche se in filosofia ricorre volentieri e con sfumature diverse.
Il paralogismo è etimologicamente un ragionamento sviato, falso — che da un punto di vista della conseguenza logica è fallace. All’apparenza è un ragionamento coerente, magari perfino di buon senso, ma una premessa errata, un’implicazione abusiva inconsapevole, un’ambiguità linguistica lo minano. Chi ha parlato era a favore della proposta, quindi tutto il gruppo è unanime; a me che lo uso bene non si è mai rotto, quindi se si è rotto mentre lo usavi tu lo hai usato male; lo hanno assolto per mancanza di prove quindi è innocente. Invece non siamo davanti a un paralogismo quando la sciocchezza è sesquipedale e sfacciata.
Inoltre il paralogismo ha un tratto essenziale distintivo: è involontario. Al contrario del sofisma, che con potente intelligenza dispiega e congegna vizi di ragionamento per impressionare, convincere e propagandare, il paralogismo ha un’aura di buona fede — tanto nell’ottusità generale quanto nella svista del momento.
Questa parola è quindi una risorsa preziosa, capace di individuare non un vizio specifico ma un’utile categoria di vizi del ragionamento. Durante la discussione per iscritto si può far notare un paralogismo che era sfuggito, il giornale può correggere alcuni paralogismi correnti attraverso una buona intervista, e la tesi, per quanto suggestiva e brillante, può essere indebolita da paralogismi cruciali. C’è però un problema.
Per quanto i ragionamenti sviati possano essere detti grossolani, i loro errori hanno una certa sottigliezza intellettuale, e non è detto possano sempre essere colti e compresi. Molte delle persone che compiono o diffondono paralogismi non hanno gli strumenti per afferrare la natura del paralogismo, quindi lo stesso termine ‘paralogismo’ rischia il destino di un’amenità da tertulia.