Tertulia
ter-tù-lia
Significato Riunione conviviale
Etimologia prestito dallo spagnolo tertulia, forse dal nome dello scrittore cristiano Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, vissuto fra II e III secolo d.C.
Parola pubblicata il 02 Novembre 2020
ter-tù-lia
Significato Riunione conviviale
Etimologia prestito dallo spagnolo tertulia, forse dal nome dello scrittore cristiano Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, vissuto fra II e III secolo d.C.
Parola pubblicata il 02 Novembre 2020
La tertulia è la riunione conviviale in cui si conversa. Il tenore è informale, i temi sono i più disparati — ma è una riunione con un certo rilievo culturale. QUella della tertulia è una situazione quanto mai posata, eletta, gradevole, di leggerezza composta ma non ingessata: così, in italiano, si distingue dalla versatile genericità del circolo, che oltre ad essere tendenzialmente stabile può raccogliersi intorno a qualunque intento e attività, concentrando tanto l’interesse per i sigari quanto quello per le disfide a bocce.
‘Tertulia’ è un prestito dallo spagnolo che ha una risonanza globale, certo in primis nel mondo ispanofono stesso, ma non solo. Il suo uso rapsodico non le vale la registrazione sui dizionari dell’uso, ma siamo davanti a un termine che (oltre ad avere un significato splendido) ricorre, e pare proprio avere un carisma speciale.
La sua origine è delle più curiose. Siamo nel siglo de oro, il secolo d’oro della Spagna, fra Cinque e Seicento. Nei cenacoli delle città accademiche, ricche e insieme profondamente investite dalla Controriforma, invale — pare — l’uso di parlare in maniera particolarmente ricorrente di un autore dell’antichità, un romano di Cartagine vissuto fra il II e il III secolo dopo Cristo, Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, che fu celebre filosofo e religioso cristiano. È incerta la modalità del passaggio, ma gode di largo credito l’ipotesi che il suo nome (o meglio, cognome, Tertulliano, con cui è noto in breve) si sia proiettato come nome stesso di quel genere di riunione in cui era così spesso citato: nasce così la tertulia.
Di qui passa a indicare più genericamente la riunione conviviale. Se in spagnolo rappresenta un tipo di aggregazione sociale che storicamente ha avuto un rilievo importante e articolato, l’italiano mutua questa parola in una veste più asciutta, meno densa, naturalmente avulsa dal contesto, presentandosi dapprima come veglia e poi più ampiamente come riunione coi caratteri di informalità che dicevamo.
Si può così parlare della tertulia che si raccoglie nel cortile del locale alla moda, delle tertulie che danno vita a riviste brillanti, della tertulia che ogni mese si ritrova a casa dell’amica per piccoli concerti.
Significato, origine e ricercatezza di quest’ispanismo contribuiscono alla sua aura, e la sua non scontata accessibilità ne salda la sfumatura di complicità — che non richiede le altezze classiche e marmoree del simposio. È una parola che sa evocare e impressionare, e non c’è da stupirsi che chi scrive o chi cerca nomi per locali e gruppi la occhieggi.