Occhieggiare

oc-chieg-già-re (io oc-chiég-gio)

Significato Guardare con occhiate insistenti e rapide per desiderio, compiacimento, ammirazione, complicità e simili; mostrarsi fugacemente, a sprazzi

Etimologia deverbale di occhio (che è dal latino oculus), col suffisso -eggiare.

È in queste parole, forse, che l’italiano mostra il suo potere più autentico. Parole che a prima vista paiono le più semplici per significato e formazione, e che invece con un’alta capacità poetica agguantano tratti di realtà sottili che popolano le nostre vite.

L’occhieggiare, verbo foggiato con semplicità dal sostantivo occhio nella seconda metà del Cinquecento, non è un’azione singola, né continua: si manifesta con una reiterazione, in un lampeggiare di sguardo — e non vuole tanto descrivere un evento, quanto mostrare un atteggiamento. Siamo davanti a un verbo che è quasi qualificativo (come accade a molti verbi col suffisso iterativo -eggiare).

Le occhiate dell’occhieggiare insistono ma sono brevi (niente a che vedere con un fissare), rapide, e hanno un forte connotato psicologico. Infatti un’azione del genere vuole essere discreta e coperta — senza essere esplicita come un ammiccare: contempla o controlla come spiando, cerca una complicità che non vuole rivelarsi.

Così l’amico arrivando alla festa occhieggia la bottiglia che vuole aprire, e con nonchalance offre e passa le altre ai convitati; occhieggiamo la celebrità che si è seduta al tavolo accanto al nostro, specie se la stimiamo molto o ne pensiamo il peggio; occhieggio l’amica dell’amica e mi stupisco quando iniziamo ad occhieggiare; e non siamo i soli ad occhieggiare il tipo elegante che si è presentato alla cerimonia a piedi nudi.

C’è compiacimento e ammirazione, nell’occhieggiare, curiosità, desiderio, perfino corteggiamento: un’attenzione che non vuole essere patente. Già così è un verbo stupendo, ma c’è di più: prende anche il significato speculare.

Oltre a un guardare fugacemente, dall’Ottocento diventa anche un mostrarsi fugacemente, a più riprese, balenando fra velature e interstizi: occhieggiano le stelle fra le nubi rade, il profilo della casa occhieggia fra i tronchi del bosco, e il vestito colorato di chi abbiamo appena salutato continua ad occhieggiare al di là del cancello.

Parola pubblicata il 12 Ottobre 2020