Iterare

i-te-rà-re (io ì-te-ro)

Significato Fare di nuovo, ripetere

Etimologia voce dotta recuperata dal latino iterare ‘fare di nuovo’, derivato di iterum ‘per la seconda volta’.

Un punto debole comune che hanno le parole un po’ più ricercate è che non sappiamo bene perché potremmo preferirle ad altre più consuete. Ma è presto detto.

Ancora una volta siamo davanti a un caso di quel genere curioso per cui un termine ci parrebbe decisamente più comune con un prefisso davanti. Infatti il ‘reiterare’ finisce spesso nei nostri discorsi e non ci impressiona molto, mentre incontrare e usare ‘iterare’ è più notevole.

Ebbene, sono entrambi prestiti pescati dal latino, ed entrambi attestati negli stessi anni, all’inizio del Trecento. Se si leggono i loro significati sui dizionari, sono gli stessi: fare di nuovo, ripetere — senza che il ripetere di ‘reiterare’ si distingua perché compiuto un numero maggiore di volte rispetto a quello di ‘iterare’. Ma allora, c’è qualcosa che le distingue in maniera significativa? Naturalmente c’è, ed è lì che sta la grazia dell’iterare.

Un prefisso che rinforza, che dà più movimento a un significato, riprendendolo, conferisce un pregio di energia e colore. Nel reiterare il prefisso re-, che riporta indefinitamente indietro a ciclo la ripetizione dell’iterare, non aggiunge un senso diverso, ma piuttosto una forza diversa, che sta precisamente nell’ingombro e nella replica. Però ha un costo, quello di una pesantezza certa, che in questo caso è amplificata dallo iato fra ‘e’ ed ‘i’, che allarga e rallenta la pronuncia.

Scegliere un grado minore di enfasi, optare per un tratto più pulito e leggero — specie a contrasto con un’alternativa più normale e rumorosa — si fa notare. L’iterare non mima la ripetizione: si accontenta del mero retaggio del significato di quell’iterare latino, e prima ancora di quell’iterum che è un ‘per la seconda volta’.

Così possiamo iterare una domanda caduta nel vuoto, iteriamo una promessa perché venga ricordata, iteriamo un’esperienza che speriamo ci possa trasmettere ancora una volta qualcosa di significativo. Non è pesante come il reiterare, né pedissequo come il ripetere; l’iterare, con la sua lucidità quasi fredda, è vicino al rinnovare e al riprendere, perfino all’accrescere, e taglia una poesia asciutta, senza sbavature.

Parola pubblicata il 03 Giugno 2020