Percolare
per-co-là-re (io per-có-lo)
Significato Colare, filtrare attraverso; eseguire (transitivo) o subire (intransitivo) una percolazione, cioè il passaggio di un fluido attraverso una massa solida filtrante
Etimologia voce dotta recuperata dal latino percolatio ‘filtrazione’, da percolatus, participio passato di percolare ‘filtrare, far passare attraverso’, derivato di colare ‘filtrare’, col prefisso per- ‘attraverso’.
Parola pubblicata il 12 Aprile 2022
Questa è una parola propria soprattutto del lessico scientifico, che negli ultimi anni si sta guadagnando uno spazio sempre maggiore nell’uso comune. Evidentemente, la sua semplicità risulta di efficacia apprezzata. Ma vediamo che roba è.
La percolazione (lungi da ogni riferimento a ciò che gradisci al pasto del mattino) ci racconta il passaggio di un liquido attraverso una massa solida porosa: tale liquido può venire filtrato da quella massa, oppure può sciogliere e portare con sé sostanze che vi erano contenute. In profumeria si possono percolare matrici vegetali con dei solventi alcolici per estrarne le essenze, se l’acqua percola attraverso un filtro apposito diventa potabile, e la collega sarà entusiasta del caffè percolato più che dell’espresso. Ma non solo.
Nelle scienze naturali il percolato — prodotto della percolazione — acquisisce in modo ricorrente un profilo particolarmente mefitico e a suo modo paradossale, viste le prime, igieniche immagini farmaceutiche e cosmetiche del percolare: è il risultato della percolazione dell’acqua attraverso i rifiuti — non proprio un rosolio, che richiede una gestione molto seria, e che possiamo vedere citato in forme particolarmente disturbanti coi percolati cimiteriali. Mentre noi di solito, alla peggio, abbiamo a che fare con l’amenità dei percolati dei cassonetti.
Con un senso più generico il percolare diventa un filtrare, il passare lento dell’acqua per un solido: percolano le acque piovane negli strati sotterranei permeabili, le nevi si sciolgono e percolano alle fonti, e il contenuto della grande vasca del centro commerciale percola nel parcheggio sotterraneo in maniera poco rassicurante.
Ma dati questi significati, data cioè la complessa immagine, la complessa situazione di una forza mobile che attraversa in maniera lenta e capillare un mezzo che a prima vista si frappone fisicamente, possiamo parlare anche di come una verità di cui è stato tentato l’occultamento percoli al pubblico, di come certi tratti e certe cognizioni di un sapere alto percolino nella cultura popolare, delle conquiste di un’avanguardia artistica che percolano, di un dubbio che percola da ogni affermazione che tenta di negarlo.
Resta un po’ il colare da cui deriva, alla fine, su cui però la sintesi del prefisso per- installa l’icastica veste di un attraversamento, goccia a goccia, quasi faticoso — senza le implicazioni sbrodolose del colare stesso, e senza l’etera incorporeità del filtrare, e con un piacevole, oltre che con un sottile connotato di trasformazione.
E di qui in coda possiamo notare una precorrenza curiosa: il siciliano pirculari, che in uno sviluppo parallelo ha maturato il significato di ‘stillare, gocciare’.