Perlustrare
per-lu-strà-re (io per-lù-stro)
Significato Percorrere un luogo ispezionandolo con attenzione
Etimologia voce dotta recuperata dal latino perlustràre ‘percorrere con lo sguardo’, derivato di lustrare ‘purificare’, ma anche ‘percorrere’, da lustrum ‘purificazione’, col prefisso per- ‘attraverso’.
Parola pubblicata il 01 Settembre 2025
È un verbo dal forte sapore di guardia e di esplorazione, e però nasconde dei passaggi di significato che hanno una poesia quasi ermetica. Vista la parola è paradossale che siano così difficili da sondare — si dovrebbero poter perlustrare. Ma iniziamo da qui: si vede bene, si sente bene, che dentro c’è un ‘lustrare’.
Per noi ‘lustrare’ è qualcosa che si fa proverbialmente con l’argenteria (se mai se ne avesse), magari con la carrozzeria dell’automobile subito prima che piova sabbia, e il ‘lustro’ non è che il brillante. Non che siano significati abusivi, fuori strada: in latino lustrare significa ‘rischiarare, illuminare’, ed è un verbo che molte ipotesi collegano con la radice di luce, lume, luna — quella radice protoindoeuropea ricostruita come leuk-, che indica giusto il brillare.
Il fatto interessante è che il lustrare non aveva questi come significati principali: era innanzitutto un purificare; tant’è che ci sono ipotesi etimologiche alternative imperniate piuttosto sulla radice del vebro lùere, ‘lavare’ (anche il lustro, quinquennio, nasce come cerimonia di purificazione compiuta ogni cinque anni), o anche su un altra radice ancora, col significato di ‘liberare’: il rischiarare sarebbe un esito finale. Di mezzo sta quel che ci interessa di più, che è il passaggio meno trasparente.
Il lustrare era anche un attraversare, un percorrere, perfino un passare in rassegna. Abbiamo quindi un percorso semantico che va dal purificare al passare in rassegna. Invero misterioso.
Però, che il lustrare sia un processo, con un che di rituale che richiede grande precisione è vero anche per noi: quando nel giorno delle pulizie lustro il rubinetto da potermici specchiare, non lo faccio certo in maniera bracalona, ho un metodo (non mi spingerei a dire d’avere una liturgia ma insomma) e devo studiarne la superficie e interessarla col detergente in maniera certosina. Non è peregrino che la purificazione passi attraverso un’osservazione chepassa attraverso ogni sfaccettatura impura. Non si compie una purificazione attenta senza un percorrere, senza un controllo minuzioso dello stato della situazione. Dopotutto il perlustrare latino è principalmente un ‘percorrere con lo sguardo’.
Ad ogni modo, è da questa matrice rituale che il perlustrare trae la sua meticolosità, che trasporta in teatri relativamente ampi.
Lo percepiamo in maniera cristallina a confronto coi sinonimi. L’esplorare, che certo è vigile e registra molto, è anche più sbrigativo, preso da orizzonti più vasti, perfino sognanti; d’altro canto l’ispezionare è più limitato nello spazio, e più burocratico; il battere (come quando si battono le campagne) è un’azione più agitata e dura che attenta e certosina; l’esaminare è uno studio addirittura strettissimo, incentrato spesso su un singolo elemento. Nel perlustrare sono valorizzati caratteri di zelo e concentrazione, espressi sistematicamente in un luogo articolato.
Così la polizia perlustra lo stabile in cerca del punto d’ingresso dei ladri, la zia perlustra subito il mercato per vedere se ci sono affari buoni da concludere, la fotografa perlustra la villa per immaginare in anticipo i punti migliori per i suoi scatti.
Una parola dall’equilibrio davvero unico.