Minuetto

Le parole della musica

mi-nu-ét-to

Significato Danza francese; sezione all’interno di una suite strumentale barocca o in altre forme composte da più movimenti, come la sonata, il quartetto d’archi, la sinfonia

Etimologia dal francese menuet, da menu ‘minuto’ (piccolo, breve), forse riferito ai piccoli passi della danza, oppure dal branle à mener (o amener), un ballo popolare in Francia nel primo Seicento.

Il menuet, in italiano minuetto, è una danza di origine sconosciuta, ma che sicuramente era ballata alla corte di Luigi XIV almeno dagli anni Sessanta del ’600. L’aristocratico ambiente di corte determinò probabilmente le movenze eleganti e le figure aggraziate divenute tipiche, poiché ogni impressione di fatica era ritenuta sconveniente ai ranghi nobiliari. Il primo consistente corpus di minuetti, 92 composizioni tra opere e balletti, è opera dell’italiano Jean-Baptiste Lully, ottimo ballerino e compositeur del Re Sole.

Come tutti i balli di corte, il minuetto si conformava a un rituale preciso. La danza era eseguita da una sola coppia alla volta, mentre il resto della compagnia osservava e giudicava. I ballerini dovevano prima inchinarsi alla Présence (che poteva essere rappresentata dal re, o da altri, come nella stampa sotto riprodotta) e poi l’uno nei confronti dell’altro. Si rispettavano schemi preordinati; per esempio, in Francia prima del 1700, i passi spesso disegnavano un’immaginaria lettera S sul pavimento in omaggio a le Roi-Soleil.

Ecco una sala da ballo come si presentava nel 1725 (Le maître à danser):

Questo sotto, invece, è un manoscritto dei primi anni del Settecento, dove insieme alla musica sono disegnati i passi della danza:

Le prime fonti superstiti di minuetti musicali pare che siano in un manoscritto di Kassel, del 1660 circa, e in una ricchissima raccolta di musiche di André Philidor l’Aîné.

Il minuetto ebbe un tale successo da divenire rappresentativo della musica barocca per eccellenza, entrando a far parte di tante forme composite della musica occidentale fino al primo Ottocento. Infatti, come altre danze del XVII secolo, il minuetto divenne innanzitutto uno dei movimenti opzionali della suite, collocato di solito dopo la sarabanda. Fu poi inserito anche nelle sinfonie, o nelle sonate; per esempio, sono minuetti il terzo movimento della VI Sinfonia di Franz Joseph Haydn (1761), o il celeberrimo terzo tempo del quintetto per archi in Mi maggiore di Luigi Boccherini (1771). Per inciso, questi fu tra i principali compositori di musica strumentale del secondo Settecento e per avere un’idea del suo genio, basti ascoltare il focoso fandango in Re maggiore del 1798, per chitarra e quartetto d’archi.

Furono composti inoltre minuetti a sé stanti, senza essere né il movimento di una sonata, né la danza di una suite, come per esempio quelli del Clavierbüchlein per Anna Magdalena Bach. A proposito di Johann Sebastian Bach, un magnifico minuetto è quello dal Concerto Brandeburghese n. 1.

Dalla fine dell’Ottocento e fino in epoca moderna alcuni compositori continuarono a scrivere minuetti, anche all’interno di opere liriche.

La struttura musicale può essere in forma binaria, cioè in due parti, come altri tempi della suite. Nella sonata classica si è trasformata, assumendo la forma ternaria A-B-A’.

Il minuetto non è quasi mai solo; generalmente è seguito da un secondo minuetto, detto più tardi Trio, dopo il quale si ripete il primo. È in metro ternario e d’andamento moderato; tuttavia, caduta in disuso la connotazione originaria di danza, andò accelerando la sua velocità d’esecuzione, fino a generare lo scherzo e il valzer.

Il minuetto più famoso sulle scene teatrali è probabilmente quello del Don Giovanni di Mozart (1787). Nel finale del primo atto lo ballano gli aristocratici Don Ottavio e Donna Anna, mentre Leporello e Masetto eseguono una danza plebea, e al contempo Don Giovanni e Zerlina una borghese contraddanza, mostrando una convivenza di culture e posizioni sociali differenti.

La parola in contesti extra-musicali può sottintendere un aspetto lezioso o antiquato, o dare grazia. Ma l’uso più bello è quello che evoca suggestioni poetiche, come i ‘minuetti di colori’ della natura, che variano con le stagioni, nei versi di Lorenzo Da Ponte (librettista di Mozart), o il ‘minuetto di sensazioni’ sapientemente evocato da Montale in Musica silenziosa.

Nel cinema, invece, è stato talvolta usato in situazioni spassose, come questa: il sensuale tango viene proposto in sostituzione dell’antica danza per prendersi gioco di un marito geloso!

Parola pubblicata il 27 Settembre 2020

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale