Alacre
à-la-cre o a-là-cre
Significato Attivo, svelto, pronto, sollecito nell’agire; vivace, fervido
Etimologia dal latino alacer ‘operoso, vivace, allegro’.
- «È una squadra estremamente alacre, ha risolto il problema in poche ore.»
Parola pubblicata il 13 Settembre 2023
A volte il motivo per cui escludiamo una parola dal nostro vocabolario attivo, cioè dall’insieme di termini a cui attingiamo per dar forma ai nostri discorsi, è prosaico. Sì: può essere semplicemente un non so bene come si dovrebbe pronunciare, ogni volta che la userei m’intoppo nel dubbio e lo supero ricorrendo ad altri termini.
Riguardo ad alacre, che è una parola ricercata e bella, oltre che dal significato preciso e frizzante, possiamo rilassarci: si può pronunciare àlacre o alàcre senza timore d’errore. Infatti àlacre è la pronuncia più aderente all’omologo latino, àlacer, tratto che si confà a una voce dotta; d’altro canto il suo figlio di esito popolare, ‘allégro’, ci testimonia come uno spostamento d’accento del genere sia fisiologico.
Quindi ‘alacre’ è fratello di ‘allegro’? Esatto. E questo ci dice moltissimo sulla matrice, sul carattere dell’energia dell’alacre. Infatti ‘alacre’ ci racconta le qualità dell’attivo, dello svelto, del pronto, del sollecito nell’agire — ma anche del vivace e del fervido. E l’allegro non è parimenti vivace, brioso, di una leggerezza energica, quasi volante? Sarebbe bello poter trovare qualche informazione in più risalendo l’etimologia, ma il terreno qui è incerto, e possiamo solo dire che probabilmente la radice indoeuropea da cui scaturisce l’alacer latino ha a che fare col movimento.
Se il solerte e ancor di più lo zelante sono quasi inevitabilmente intrecciati di dovere, se l’attivo non è necessariamente operoso, l’operoso non è necessariamente leggero, il pronto e lo svelto raccontano attitudini che non sono strettamente legate al compimento di un fare, l’alacre si staglia per il modo in cui accorda una volontà potente e trasformatrice a una libertà alata e soddisfatta — tutto compreso e slanciato nel suo flusso, non senza una profonda attenzione e perfino una certa impazienza.
Con spirito alacre rassettiamo la casa dove passeremo la vacanza agognata, lo zio batte i boschi con passo alacre in cerca di funghi con cui accompagnare le sue bottiglie, alacri studiamo una soluzione al problema quando il risultato ci sfida, e non vedendo l’ora di ammirarlo concluso, finiamo il lavoro rimasto con alacrità. Un ingegno alacre fruga le discipline a suo talento, un cuore alacre si fa seguire in imprese giuste e sempre nuove.
È una qualità che suscita subito attenzione, rispetto — un po’ per il registro del temine, è vero, che peraltro conserva bene il suo smalto di voce dotta perché a dispetto di attestazioni molto antiche, ma del tutto episodiche, è entrato in uso solo verso la fine dell’Ottocento. Ma anche perché le qualità smaccatamente positive, desiderabili, fanno facilmente questo effetto — hanno carisma. Specie se raccontano la naturalezza di qualcosa che può parere raro e perfino assurdo, come il crinale in cui l’operosità e l’allegria si mescolano.