Ambulacro

am-bu-là-cro

Significato Corridoio, portico per il passeggio; settore del dermoscheletro dei ricci di mare che ne è organo locomotore

Etimologia voce dotta recuperata dal latino ambulacrum, derivato di ambulare ‘camminare’ con suffisso -crum che indica mezzo, strumento o luogo.

Questa parola è piuttosto affascinante, ma specie nei suoi significati architettonici ha un carattere ambiguo.

Compare in italiano come voce dotta in tempi recenti - si parla dell’inizio dell’Ottocento - e viene usata in maniera versatile per indicare spazi molto diversi fra loro. Infatti ‘ambulacro’ viene impiegato in archeologia per descrivere gli ampi portici romani sotto i quali si poteva passeggiare dilettevolmente, ma troviamo gli ambulacri anche nei templi antichi e nelle chiese medievali, dove l’ambulacro veste anche i panni di modesto disimpegno. Insomma, si può dire ambulacro il cortile, il corridoio o il porticato del grande edificio, così come il corridoietto appena praticabile: l’ambulacro è sia luogo per peripatetici che amano intrattenersi a passi lenti sotto belle volte o passaggio di umile, discreta, massima funzionalità. Possibilità opposte ma entrambe cristalline, nella sintetica origine latina: nell’ambulacro ci si cammina, come conviene e pare. Possiamo quindi aspettare che spiova sotto i begli ambulacri del chiostro della biblioteca, l’ambulacro del palazzo comunale è un posto ideale per mostre d’arte, ci spostiamo fra due piani sfruttando la scala di un ambulacro nascosto, e negli ombrosi ambulacri del grande palazzo pubblico sembra ci sia sempre qualcuno a complottare. Ricercatezza finissima.

Ah, ma non si devono scordare i degni ricci di mare, gli echinodermi: questi ragazzi hanno alcuni settori del dermoscheletro forati - e questi sono gli ambulacri. Da questi fori vengono protrusi dei pedicelli con cui si muovono. Mezzi per camminare: al solito, i biologi sono fra i più raffinati agenti della lingua.

Parola pubblicata il 23 Maggio 2018