Anfitrione
an-fi-tri-ó-ne
Significato Padrone di casa ospitale e generoso
Etimologia dal latino Anphitruo, nome di un eroe della mitologia classica.
Parola pubblicata il 23 Febbraio 2014
an-fi-tri-ó-ne
Significato Padrone di casa ospitale e generoso
Etimologia dal latino Anphitruo, nome di un eroe della mitologia classica.
Parola pubblicata il 23 Febbraio 2014
Il personaggio di Anfitrione è al centro di un racconto mitologico complesso: per mostrarsi degno della mano di Alcmena fu incaricato di fare da reggente del regno di Micene mentre il re Elettrione, padre di lei, era in guerra. Ma nel mentre Anfitrione trovò il modo di comporre il conflitto per vie diplomatiche: questa sua mossa non fu apprezzata, e durante una colluttazione, senza volerlo, uccise Elettrione. Il fratello di questo ebbe così un buon motivo per prendere il potere esiliando Anfitrione, che trovò rifugio presso Tebe.
Alcmena pose una condizione alle nozze: la riconquista del regno del padre. Ma Anfitrione non aveva un esercito. Glielo avrebbero fornito i Tebani, a patto di liberarli da una grana: nelle campagne intorno a Tebe c’era una volpe terrificante che stava facendo una carneficina. Ovviamente era la volpe più veloce del west, e nessuno era in grado di acchiapparla. Fortunatamente un amico di Anfitrione, Cefalo, era in possesso dell’omologo canino, Lelapo, in assoluto il cane più veloce che si fosse visto mai. Sguinzagliato Lelapo contro la volpe si produsse un paradosso zen: che accade se una volpe irraggiungibile viene inseguita da un cane infallibile? Zeus, che non amava i paradossi, li mutò in pietra e pose Lelapo nel firmamento: è la costellazione del Cane Maggiore.
Avuto il suo esercito, Anfitrione partì alla volta di Micene, dovendo pure fronteggiare i vecchi nemici di Elettrione, che nel caos politico erano tornati alla ribalta. È proprio durante questa campagna militare che si svolge la celebre commedia di Plauto “Anphitruo”, che narra delle vicende di Anfitrione, del suo servo Sosia e delle avventure d’amore di Zeus. Questa narrazione fu ripresa anche da Moliere, che nel suo “Amphitryon” dipinge Anfitrione con quelle qualità di ospite generoso che caratterizzano l’antonomasia odierna. Quindi si parteciperà volentieri alla cena dell’amico che ha fama di essere un anfitrione eccezionale, all’arrivo dei colleghi stranieri si farà di tutto per essere degli anfitrioni all’altezza, e ci si complimenterà col nostro anfitrione per la squisita attenzione con cui ha calcolato il divertimento di tutti. Si tratta di un’antonomasia che specie in Italia dovremmo tenere ben presente, come paradigma di ospitalità.
Ma come andò a finire la storia di Anfitrione? Riuscì a riconquistare il trono di Micene ed ebbe Alcmena in sposa, che gli partorì due gemelli: uno però era figlio di Zeus, ed era Ercole. Anfitrione morì in battaglia molti anni più tardi.