Apologia

a-po-lo-gì-a

Significato Discorso di autodifesa; difesa, esaltazione

Etimologia dal greco apologhìa ‘difesa’, composto da apò che indica allontanamento e -loghìa discorso.

Vogliamo buttare questa parola in un calderone con sinonimi approssimati, come elogio, celebrazione, encomio, panegirico? No. Ha un significato preciso, e va valorizzato.

L’apologia nasce nell’antica Grecia come orazione processuale, pronunciata dall’accusato, che si difendeva personalmente. Molte volte, magari non avendo particolari abilità retoriche ed essendo alta la posta del giudizio, l’accusato poteva rivolgersi a un logografo, uno scrittore che stendesse per lui, a pagamento, il discorso da fare per difendersi al processo. Celeberrima è rimasta l’apologia di Socrate - raccontata da Platone. Un discorso davvero formidabile, che pure non gli valse l’assoluzione.

Oggi questa parola, comunemente, la troviamo in locuzioni giuridiche come ‘apologia di reato’, o ‘apologia di fascismo’. In questi casi pare che consista in un’esaltazione, in un incitamento - che la legge punisce; ma il confine fra difesa ed esaltazione, per quanto sottile, c’è. (Purtroppo, non si può fare affidamento sul lessico giuridico per gli usi più corretti delle parole).

Infatti una difesa può bene essere un’esaltazione, ma l’atteggiamento mentale resta, appunto, difensivo. Non è uno slancio puro, ma oppositivo. Quindi il celebre scrittore può fare l’apologia del film tanto criticato, si può parlare dell’apologia che il politico fa a sostegno delle sue scelte, e si può fare l’apologia di una consuetudine discutibile.

Essendo poco nota e non vivissima nell’uso corrente, ci possono essere delle normali incertezze nel pronunciare questa parola; ma basti ricordare la sua origine: l’apologia è un discorso di difesa - che ha tutta la passione e la retorica del caso.

Parola pubblicata il 15 Settembre 2015