Assorto
as-sòr-to
Significato Profondamente intento, immerso in un pensiero o in un lavoro
Etimologia voce dotta, recuperata dal latino absorptus, participio passato di absorbére ‘assorbire’, da sorbére ‘sorbire, bere’ col prefisso ab ‘da’.
Parola pubblicata il 06 Maggio 2019
L’assorto è assente: c’è qualcosa di imperscrutabile che ne raccoglie l’intera attenzione, e lo vediamo lì, con lo sguardo perso e il mestolo fermo nella pentola, o che avvita degli scaffali insensibile a rumori e chiamate, solo una mano sulla spalla lo risveglia. «Scusa, ero assorto.» La precisione di questo aggettivo è impressionante, e lo è anche la sua forza, ancora più apprezzabile quando ci si accorge che ‘assorto’ è una variante di sapore latino del participio passato di ‘assorbire’ (si tratta di un recupero dotto attestato già nel Trecento).
In effetti chi è assorto è assorbito, totalmente attratto e penetrato e isolato in altro. Non è più da sé in sé. Ma l’assorbito, per come lo conosciamo, richiede sempre di specificare in che cosa: non è astratto. Posso essere assorbito in un gioco, da un film, da una danza, nella lettura di un romanzo, e posso spiegare come e perché queste cose mi assorbono. Invece l’assorto conserva impenetrabilmente incognito che cosa è precisamente ad assorbire l’attenzione, la mente, la presenza. Anzi è uno di quei casi in cui, anche rotto l’incantesimo di assorbimento, chi era assorto difficilmente ne può riportare una cronaca analitica: della vera assenza non si ha memoria. Infatti l’assorto si coglie in comportamenti esteriori - assorto nel lavoro, nello studio. anche l’osservazione di qualcuno assorto nei suoi pensieri rileva soltanto l’atteggiamento esterno del pensare totalizzante, e non una virgola di intimità. Forse è una parola così bella perché segna il confine di ciò in cui nessuno ci può seguire.
Ma c’entra qualcosa l’assortito? Posso mangiare assorto dei biscotti assortiti, ma no. L’assortito è un derivato di ‘sorta’, e spiega semplicemente qualcosa che è fornito variamente secondo un certo criterio, in un’armonia di specie, in cui la sorta è una configurazione. Quindi no, l’assortito non è nemmeno tirato ‘a sorte’.