Attempato
at-tem-pà-to
Significato Che è piuttosto avanti negli anni
Etimologia participio passato di attemparsi, derivato di tempo con prefisso a-.
- «È una compagnia attempata e affiatata.»
Parola pubblicata il 01 Ottobre 2024
at-tem-pà-to
Significato Che è piuttosto avanti negli anni
Etimologia participio passato di attemparsi, derivato di tempo con prefisso a-.
Parola pubblicata il 01 Ottobre 2024
Il concetto di ‘tempo’ è molto vasto, può essere inteso in una quantità di modi, preso per una quantità di versi diversi. Anche per questo è sorprendente come l’attempato, con il movimento che conferisce rispetto al tempo — un semplice ‘a-’, appena una direzione, un’applicazione — sia così concentrato. Tutta quell’ampiezza si volge in un senso molto specifico, spendendo tutta la sintesi della sua poesia su un caso particolare. Anche se è un caso particolare... universale.
L’attempato è avanti negli anni — in una misura tutta umana. Anche quando parliamo di un cane attempato, di un vino attempato, di una letteratura attempata, ciò che facciamo è dare un profilo umano a questa certa età. Anche per questo l’attempato, nel suo genere, è unico.
I sinonimi non gli mancano. Fra i suoi colleghi âgé, oltre all’ elegante âgé stesso, abbiamo qualità didascaliche come il vecchio e l’anziano; abbiamo il tono da cronaca dell’avanti negli anni; abbiamo le ambiguità del maturo, che si collega solo di sponda all’età, e che si attaglia a scelte responsabili e cocomeri dolci; abbiamo la ridda dei mesi nel tratto ironico e gastronomico dello stagionato.
Si sa che questi sono attributi delicati; per quanto l’invecchiamento continui ad essere considerato un eccellente esito di vita (soprattutto vista l’alternativa), c’è spesso un garbato rattenimento, una copertura riguardosa nel qualificarlo, nel qualificare chi o ciò che è umanamente annoso.
L’attempato lo fa con due tratti di pennello. Non vela niente, non si sposta su metafore: solo, s’impernia sulle ampiezze del tempo che richiamavamo al principio. Con un semplicissimo prefisso che appena dà un verso, una derivazione, e che basta a darci il senso di un accumulo, di un’estensione, o forse ancor più strettamente di un indugio, di un tardare. In effetti fra i significati arcaici dell’attemparsi troviamo proprio l’indugiare e il tardare, oltre all’invecchiare — di cui comunque rende un grado intermedio. L’attempato non è decrepito, anzi.
Se parlo di un pubblico composto soprattutto da persone attempate, do una rappresentazione chiara e fine, che mi permette di evitare perifrasi della mezza età e prose più esplicite. Se parlo di una squadra di lavoro attempata, ne descrivo un carattere in modo incisivo e sobrio, lasciando spazio a una tenue trama d’impliciti. Se parlo delle persone attempate presenti al matrimonio, potrò squadernarne le genealogia in maniera lieve e dignitosa. Senza contare la grazia che questo aggettivo schiude schiude quando tratteggiamo la serenità di matricole attempate, le premure di primipare attempate, le rigidità di neofiti attempati.
Grande bellezza delle parole che non celano, ma affermano con poesia immediata — poesia che non si fa capire tutta ma che germoglia splendidamente.