Callipigia

cal-li-pì-gia

Significato Dalle belle natiche; per antonomasia, Venere

Etimologia dal greco kallìpygos, composto da kalli ‘belle’ e pygos ‘natiche’.

Ci sono concetti rilevanti e alti che è difficile non trovare espressi in maniera volgare. Questa parola dimostra che tale destino non è ineluttabile.

Questo termine, letteralmente, significa ‘dalle belle natiche’. Non stupisce che fosse l’epiteto di Afrodite. Ora, le natiche sono da sempre uno degli elementi più rilevanti del corpo umano, sia da un punto di vista estetico ed erotico, sia da un punto di vista rituale e apotropaico - vero polo di attrazione per il linguaggio.

Trova particolare risonanza nel lessico della storia dell’arte. Infatti, essendo ‘callipigia’ un epiteto di Afrodite e Venere, è un termine che spesso ricorre nel nome di statue e dipinti che raffigurano questa dea (la più celebre è la statua di Venere callipigia conservata al Museo Archeologico di Napoli).

Con tutti i limiti e i punti di forza delle parole auliche, è una parola che può essere usata comunemente - magari con una vena ironica: per eccellenza indica una bellezza femminile, ma è vivo anche il maschile ‘callipigio’. Così si possono notare le occhiate che l’amica rivolge in palestra all’istruttore callipigio, la piscina è frequentata da bellezze callipigie, e parlando con l’amico ci si complimenta per la grazia callipigia della sua nuova ganza: nessuna volgarità, solo garbato e piacevole vigore estetico.

Parola pubblicata il 12 Gennaio 2016