Celeuma

ce-lèu-ma

Significato Voce o cantilena che dà la cadenza di voga ai rematori

Etimologia dal greco kéleusma canto dei rematori guidato dal celeuste.

Come qualcuno ricorderà, questa qui è la ricercata scaturigine del ben più noto temine ‘ciurma’. Ma anche il celeuma merita un’osservazione dedicata, per la singolarità del suo significato (a me di sinonimi non ne sono sovvenuti).

Ci parla della navigazione del mondo antico, e in particolare si tratta della voce mandata dal capo dei rematori, il celeuste, per scandirne il ritmo di vogata - ma anche della cantilena con cui gli stessi rematori si coordinavano. Questa faccenda del coordinamento delle vogate era ed è essenziale per qualunque natante si sposti a forza di remi: una vogata fuori posto e i remi s’incrociano, s’intoppano, e non si vincono regate né si spostano grandi navi se ciascuno rema quando vuole. Il celeuma è la risposta più immediata e agile a questa necessità, delicata e nerboruta.

Non è un semplice canto di lavoro per darsi ritmo e fugare la noia, perché porta la cifra irriducibile dell’ordine, del comando (in greco keleúo è proprio ‘io comando’): l’armonia ripetitiva del celeuma ha un che di coatto, e se vogliamo anche di alienante. E poiché non siamo tutti prestanti canottieri e pochi di noi lavorano su triremi e galere, forse possiamo apprezzare meglio gli usi figurati che il celeuma schiude. Il celeuma del dj irreggimenta i movimenti della folla in modo magico; i celeumi dei fischi, degli scatti del macchinario cadenzano i gesti dell’operaio; il celeuma del mantra esclude il pensiero; e in lunghe ore di cammino muto il bastone solo suona, a terra, con le battute di un celeuma.

Insomma, ancora una volta siamo davanti a una parola poco nota che ci racconta un elemento noto e frequente della realtà, richiamando una voce suggestiva dalle profondità della storia.

Parola pubblicata il 12 Aprile 2018