Coeso

co-é-so

Significato Compatto, saldo; concorde

Etimologia da coesione, prestito dal francese cohésion, dal latino cohaerére.

  • «È una comunità davvero coesa.»

Haerere è un verbo latino stupefacente: è passato in italiano solo in derivati molto, molto digeriti — tanto che gli elementi della famiglia non si riconoscono molto bene, non sono troppo somiglianti. Ma sono derivazioni estremamente eloquenti, intelligenti.
Significa ‘essere attaccato’. Lo troviamo nell’esitare, momento d’impaccio che ci trova moralmente sulla carta moschicida; lo troviamo nell’adesivo, che è pura colla, e nell’aderente, che s’incolla in maniera anche metaforica; lo troviamo nell’inerente, che è unito e concerne al modo in cui la malta è unita al muro. Lo troviamo nel coerente e nel coeso, esiti vicinissimi e però diversi.

Questo co- pare un prefisso facile facile. Con, insieme. E quindi il coeso è ‘attaccato insieme’, il coerente è attaccato tutto in un pezza. Però provo a dire una cosa un po’ più difficile. Più che della “prospettiva di un insieme”, il co- ci parla dell’“insieme di una prospettiva”. Il latino cohaerère è un essere unito, un avere un contatto, una connessione.

Il coeso declina questo concetto in una dimensione piuttosto pratica, anche se non necessariamente materiale. La coerenza, sappiamo, è la qualità del cementato e del rigorosamente privo di contraddizioni — ha una connessione reticolare che è formale e logica e di senso. Il coeso è attributo più immanente, più piantato nella strettezza di un struttura concreta, che non si slancia su dimensioni semantiche o morali.

Se un gruppo coerente mostra una tetragona costanza di propositi, un gruppo coeso è compatto — l’immagine non ha il dinamismo arioso dell’affiatato, ma la solidità salda e terragna di un amalgama difficile da spezzare. È anche una dicitura molto sobria.
Un testo coerente non si svita ballonzolando con logiche inconseguenti, ma ha un senso preciso: si capisce che cosa vuole dire. Questo però non implica che sia ben fatto: può essere stenterello, può avvitarsi su un concetto e aver difficoltà a uscirne con altre parole, può aprire qualcosa che non chiude, può inciampare fra i pronomi, avere connessioni interne lasche. Un testo coeso invece rispetta rapporti grammaticali e sintattici, non ha lacune in eccesso o in difetto, non ha bandoli sciolti, tiene tutto insieme in maniera continua e salda. Una fazione coerente ci parla di una conformità a un’idea, mentre una fazione coesa ci presenta quanto è stretta, al modo di particelle elementari che si mantengono unite.

Quella offerta dal coeso è una qualità semplice e forte, di figura ben fondata a terra, che parla la lingua delle forze fisiche. Ed è un gran parlare.

Parola pubblicata il 02 Luglio 2024