Confine
con-fì-ne
Significato Limite di un territorio, di una proprietà, di una regione geografica, di uno Stato; parte più lontana
Etimologia voce dotta recuperata dal latino confinis ‘confinante’, derivato di finis ‘limite’, col prefisso con-.
Parola pubblicata il 30 Aprile 2020
È una parola che richiede prospettiva, per essere intesa: il suo essere limite estremo non la racconta tutta.
Il nocciolo della questione, come spesso accade, è nel prefisso: con-. In effetti, a guardare il latino, ci si accorge che il termine finis (da cui anche il nostro ‘fine’) conterrebbe già gran parte del significato del nostro ‘confine’: infatti ha come primo significato il limite, il termine. Che ruolo ha quel prefisso?
Quando si traccia una linea di delimitazione, quando si scrive un confine, allora si crea un di qua e un di là, un dentro e un fuori. Però (vero un tempo e oggi più che mai) non c’è linea del genere che non sia condivisa: di là sempre c’è qualcun altro, anzi di là sempre è di qualcun altro. Il confinis sostantivo, in latino, è il vicino, il proprietario del fondo adiacente. E come aggettivo è sempre il vicino, il limitrofo, il contiguo, e addirittura diventa l’affine, il simile, il connesso. E dire che il confine a noi pare essenzialmente una chiusura!
Tant’è che il ‘confinare’, nel suo atto di limitare, diventa un ‘relegare’ (ci si trova confinati in una prospettiva che non condividiamo, o fra quattro mura), il ‘confino’ diventa la pena relativa dell’esser confinati da qualche parte tendenzialmente sperduta, e il ‘confine’ nelle vesti di aggettivo diventa un confinato, un esiliato (confine in terra straniera).
Linea di chiusura e linea di contatto, lontana estremità e centro di confronto, questa è l’ambivalenza del confine, rappresentata da una ‘fine comune’ che ci immaginiamo sotto pressione continua — confini di Stati, confini del sapere, confini della morale, da individuare, da rompere, da difendere: un cortocircuito di concetti in cui alla fine non si definisce il confine secondo quello che è, ma secondo quello che siamo.
Ed è bello usare ‘confine’ come aggettivo sì, ma seguendo le suggestioni ricercate che ci trovano il simile e l’analogo (in modo affine all’affine), parlando di ricette confini, di materie confini, di spiriti confini.