Dimergolare

di-mer-go-là-re (io di-mèr-go-lo)

Significato Rimuovere un chiodo agitandolo; scuotere; barcollare, tentennare

Etimologia dal latino demergulare, derivato da merga ‘forcone’.

Non siamo davanti a una parola che scoppia di vigore, forte di un uso vivace e diffuso. Se le parole morissero, anzi, potremmo dire che questa non si sa nemmeno più dov’è sepolta. Ma le parole non muoiono, al massimo vengono scordate, e questa è meravigliosa - di una meraviglia molto specifica.

Ci sono centinaia di gesti minutissimi che compiamo senza dar loro un nome. Questo è uno di quelli, ma si può rimediare: davanti a qualcosa (pensiamo un chiodo) rimasto conficcato (pensiamo nel legno) cerchiamo di rimuoverlo con la stretta delle dita o con una pinza. Il movimento che facciamo, specie se non c’importa molto di rovinare il materiale in cui è confitto, è il dimergolare. Una serie di movimenti da una parte all’altra, o circolari, che lo smuovono e gli allargano lo spazio perché possa essere divelto. Un movimento che abbiamo naturalmente nelle mani, più che nelle parole.

Ebbene, pare che questo verbo derivi dal latino merga, il forcone, il tridente che si usa per i covoni: infilate le punte nel fascio di spighe, per poi posarlo si deve scrollare il forcone - e di qui nasce il dimergolare, che in riferimento al chiodo trova un uso speciale rispetto a questo generale scuotere. Dimergolo il mestolo in cui sono rimaste infilate rondelle di porro, dimergolo la trivella a mano che resta incastrata nell’argilla, arrivato il mio turno dimergolo le freccette e tiro con audacia (“Non si preoccupi signora, il sangue smette di uscire subito”). A questo scuotimento si accosta poi il significato di tentennare, di barcollare, così come si fa tentennare il chiodo: si piazza il digestivo della nonna sul tavolo e venti minuti dopo tutti dimergolano allegramente; gli scaffali montati male dimergolano pericolosamente ogni volta che qualcuno ci appoggia sopra qualcosa; e chi non è avvezzo dimergola sul terreno accidentato.

Non so come ho potuto farne a meno.

Parola pubblicata il 17 Gennaio 2018