Erma
èr-ma
Significato In antichità, piccolo pilastro scolpito in cima con una testa umana a tutto tondo; mezzobusto posto su una colonnina
Etimologia voce dotta recuperata dal latino herma, prestito dal nome greco del dio Hermês.
- «Nell'atrio ci sono diverse erme di studenti celebri.»
Parola pubblicata il 12 Settembre 2025
Il nome di Hermes, complessa divinità dell’antico pantheon greco, è legato a varie parole e concetti che usiamo ancora (pensiamo all’ermetico), e fra questa anche l’erma, che è un genere di statua con cui abbiamo spesso a che fare ma che ha una lunga, particolare storia.
Consisteva un parallelepipedo di pietra, la cui cima era scolpita a tutto tondo, a raffigurare una testa umana. In origine non di rado era anche dotata di genitali maschili, che sporgevano direttamente dalla superficie del parallelepipedo — e inizialmente doveva essere intesa come una raffigurazione di Hermes. Difatti le erme si trovavano soprattutto ai crocicchi, luoghi critici per i viandanti che la divinità proteggeva.
Questa stilizzazione di com’era un’erma regge, ma deve fare i conti con una varietà immensa, sperimentata su un areale amplissimo in una caterva di secoli — dalle erme funerarie a quelle templari a quelle meramente ornamentali, con le fattezze di persone d’ogni genere e di ogni genere di divinità.
In particolare però c’è un episodio storico che possiamo rammentare, rispetto alle erme — fosse anche solo perché forse, in un cassetto scassato della memoria, abbiamo conservato l’eco di un trafiletto di un libro di storia di scuola che ne parla, primo incontro con la parola ‘erma’. Si tratta dello ‘scandalo delle erme’, che funestò Atene alla vigilia della seconda spedizione in Sicilia, nel 415 a.C. — comandata da Alcibiade e Nicia, volta a sostenere Segesta contro Siracusa, nel contesto della Guerra del Peloponneso (finì male per gli ateniesi). Qualcuno, la notte prima della partenza, sfregiò le erme cittadine. Cosa dappoco, penseremmo noi, ma invece fu un dramma, e un presagio funesto che fece molto discutere.
Le erme sono una trovata che però ha avuto un successo eterno. Magari in questo torno d’anni abbiamo qualche remora in più a piazzare mezzibusti su pilastrini, ma è proprio di questo che si tratta: di colonnine con mezzibusti al sommo sono piene le città e i palazzi di tutta Europa.
Possiamo parlare delle erme di cittadini e cittadine illustri che popolano il vasto parco, e che guardano con invariabile severità chi passa; possiamo parlare dell’erma misteriosa e amichevole che si trova in una nicchia dell’androne del palazzo in cui abbiamo preso casa; dell’erma spezzata che affiora nell’erba del vecchio giardino abbandonato, e che moriamo dalla voglia di vedere meglio.
È una parola molto dotta, che non si decifra facilmente se non si conosce; ma nel discorso che si muove nel contesto adatto, è un termine che può spiccare per proprietà, eleganza e profondità.