Falbo

fàl-bo

Significato Giallo scuro

Etimologia probabilmente, attraverso il provenzale falb, dalla voce germanica ricostruita falwa.

Siamo davanti a un colore di vaghezza letteraria. Infatti difficilmente troveremo il falbo fra le scelte per la copertura del divano, e anzi i dizionari sono spesso perfino discordi su quale tonalità di giallo, più o meno, indichi. Ma questo, oltre ad essere naturale (noi pensiamo e vediamo gli stessi colori di una nostra nonna di venti, di cinquanta generazioni fa?) può essere, per la parola, un vantaggio.

Secondo alcuni si tratta di un giallo rossiccio, e tale dovrebbe essere il suo significato se guardiamo al francese fauve, e al provenzale falb da cui raggiunge l’italiano a partire da un precedente germanico ricostruito come falwa. Sono infatti termini che possiamo approssimare al fulvo, proprio al giallo rossiccio brillante. Ma il falbo, che si riferisce volentieri a manti d’animali, in italiano prende soprattutto la consistenza di un giallo scuro — pensiamo senza precisione a uno zafferano, a un oro antico, a un paglierino maturo. Pelo di cavallo, di mucca, di leone, in cui la componente che vira al rosso è secondaria.

Se questo resta incerto nelle prime fasi della vita di questa parola (attestata nel Cinquecento), si nota in maniera evidente nella letteratura novecentesca, in cui il falbo si scosta un po’ dall’inafferrabile colore del pelo d’animale, e viene riferito in maniera ricorrente a spighe, ad aure pesanti, a luci cocenti che non rosseggiano.

I colori hanno dei caratteri — e questo è il sapere spicciolo che associa il viola al solenne, il verde al tranquillo e via dicendo. Ebbene, il fulvo ha il carattere di una certa energia: il tono di rosso che si riflette nel suo giallo è giovane, gagliardo, perfino aggressivo e pericoloso. Dopotutto il fulvus latino non è che il fiammante, parente di quel brillare che è il fulgere.

Il falbo risponde a una caratterizzazione differente. Il suo calore, più che bruciante, è bruciato; ha un tono più spento rispetto a lucentezze auree e solari, ma comunque ricco. Possiamo notare la luna falba che sorge da un orizzonte nebbioso, il prato falbo e polveroso che attende la pioggia, e il calore del pavimento in tufo falbo del piazzale.

La scelta di una parola del genere comunica una cura davvero rara. Non è una parola per tutti i giorni — anzi in tanti casi rischierebbe di non essere capita. Ma c’è sempre quella volta in cui riuscire a fermare quel colore con una parola fa la differenza fra capire una situazione e non capirla.

Parola pubblicata il 07 Settembre 2020