Fraseggio
Le parole della musica
fra-ség-gio
Significato Disposizione virtuosa delle frasi, organizzate secondo la loro struttura sintattica. In musica: eseguire ad arte gli elementi che compongono una frase musicale completa
Etimologia da ‘frase’, dal latino phràsis, prestito dal greco phrásis ‘espressione verbale’, derivato di phrázo ‘esporre, dichiarare’.
- «Sul filo del recupero, l’impeccabile fraseggio del capitano ha regalato alla squadra il gol della vittoria!»
Parola pubblicata il 01 Ottobre 2023
Le parole della musica - con Antonella Nigro
La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale
Non è un mistero: il lessico poetico e quello musicale condividono parte della loro terminologia; per esempio, la parola lirica si può riferire sia alla poesia provenzale che all’opera in musica. Così avviene anche per i nomi di molte forme – pensiamo al sonetto, al madrigale, alla canzone e via dicendo – o per elementi strutturali, come ritmo, accento o cadenza. La pratica segue di pari passo:
Il fraseggio consiste dunque nella capacità di organizzare il flusso sonoro, contribuendo a rendere intelligibile il discorso musicale.
L’idea di un fraseggio musicale si può rintracciare nelle numerose, sottili indicazioni agogiche presenti nella più antica notazione del canto gregoriano, che però finirono per scomparire nella scrittura musicale dei secoli successivi.
Secondo alcuni studiosi le prime prescrizioni di fraseggio, intese come un gruppo di note da eseguire con un unico respiro, potrebbero essere individuate in alcuni segni usati da Emilio de’ Cavalieri nella sua Rappresentatione di Anima, et di Corpo del 1600. Questi segni sono posti sia sulla parte vocale che su quella strumentale, in corrispondenza dei contorni delle frasi poetiche e musicali.
Nel Settecento François Couperin introdusse una nuova figura (una grande virgola) nel suo III libro dei Pièces de clavecin (1722), con lo scopo di marcare la fine des Chants o delle Phrases harmoniques, ovvero di far comprendere all’interprete dove finisse una frase musicale e cominciasse la successiva.
L'idea del fraseggio si legò presto a nuovi ideali espressivi. Scriveva ancora Quantz:
Dopo duecento anni, la sua definizione è ancora valida. Ma allora, come si ‘pronuncia’ una frase musicale?
Non esiste una regola assoluta; entro certi limiti, il fraseggio può non essere univoco e, anzi, quasi nessuno interpreta le stesse note alla stessa maniera. Succede perfino nella musica stampata. Per esempio, nell’edizione del 1801 della splendida Sonata per pianoforte Patetica di Ludwig van Beethoven (secondo movimento), le legature d’espressione sono distribuite diversamente rispetto a quest’altra partitura moderna.
Complicato? In parte, ma se a questo punto qualcuno è andato nel pallone, può consolarsi. Infatti, allargandosi verso altri campi, la nostra parola è finita nei verdi prati del calcio, dove descrive un controllo prolungato della sfera, o una serie di passaggi rapidi, oppure un’iniziativa solistica ricca di dribbling. Sarà anche perché in alcune lingue ‘giocare’ e ‘suonare’ si dice nello stesso modo?