Impaniare

im-pa-nià-re (io im-pà-nio)

Significato Nel lessico venatorio ricoprire con pania (una sostanza vischiosa) dei bastoncini di legno per catturare piccoli uccelli; come transitivo pronominale, impegolarsi in situazioni da cui sia difficile uscire

Etimologia derivato di pania, dal latino pagina ‘pergolato’, preceduto da un in- illativo.

Questa parola non è delle più comuni, eppure sembra abbia un viso familiare. Non echeggia strane inaccessibili ascendenze etimologiche, e nella lista del nostro dizionario mentale si colloca fra l’impanare e l’impanicare - rispetto ai quali è diverso, ma curiosamente non alieno.

Anche questo è un termine del lessico venatorio, un lessico antico e ricco (per quanto esprima un pensiero fisso). Impaniare significa spalmare con la pania, una sorta di colla vegetale che si ottiene cuocendo cortecce, foglie e bacche (in particolare del vischio - ecco l’invischiare). A venire resi appiccicosi con la pania sono rametti, bastoncini, verghette, strutture di legno da cui poi lo sfortunato uccelletto che vi si posi non riesce più a liberarsi, mentre il furbo uccellatore lo cattura.

Si tratta di un verbo specifico, ma nel suo passaggio figurato si riconduce in un alveo di significati noti, che nell’orecchio ci suonano con verbi come ‘impegolare’, o ‘impantanare’. Così come il volatile non riesce a staccarsi dal legno impaniato, se dico che mi sono impaniato in una situazione intendo che mi ci sono messo e venirne fuori pare impossibile. Non è unto e doloroso come l’impegolarsi (la pegola, ossia la pece, tendenzialmente ce la figuriamo bollente) né ci racconta uno sprofondare ineluttabile come l’impantanarsi, che prende ruote e gambe: se nell’impaniarsi vogliamo leggere un sentimento, è una paura più limpida, quella che ci assale quando all’improvviso ci accorgiamo di non potercene andare, pur con quasi tutto il corpo libero. Un panico, forse. Peraltro anticamente il plurale panie conosceva anche la variante pane, il che ci riavvicina a quell’impanare che impropriamente ci suonava - senza contare che figuratamente la situazione dell’impanato, già in balìa del cuoco che l’ha impeciato d’uovo e a un passo dall’esser fritto, non è poi così lontana da quella dell’impaniato. Così si può parlare dell’amico che si è impaniato in una festa terrificante da cui non se ne può andare perché appiedato; di come certe serie, libri e giochi impanino chiunque; di come ci siamo impaniati nel contratto capestro.

Ah. In che senso deriva dal latino ‘pagina’? È quella pagina che intendiamo normalmente? Lo è. Ma va tenuto presente che la parola latina ‘pagina’ è stata usata e usurata moltissimo e con significati figurati molto avanzati. In origine era un pergolato per le viti, una spalliera per rampicanti: la spalliera si fa pagina scritta (che immagine!), il pergolato si fa bastoni invischiati.

Parola pubblicata il 28 Novembre 2018