Ipertrofico

i-per-trò-fi-co

Significato Di organo o tessuto, che è aumentato di grandezza per via dell’accrescimento in volume degli elementi che lo compongono; eccessivamente accresciuto, in modo dannoso

Etimologia da ipertrofia, composto modernamente dagli elementi greci iper- e -trofìa che prende il senso di ‘accrescimento’ derivando da trophé, ‘nutrimento’.

Siamo davanti a una parola che si fa notare, e molto incisiva, mutuata dal linguaggio della biologia. Come molte parole della scienza, ipertrofìa (da cui naturalmente ipetrofico deriva) è composta modernamente da elementi greci: un ben riconoscibile iper-, con un significato di ‘sopra’ o ‘oltre’ che non ha bisogno di presentazioni, e un -trofia che parla di un accrescimento a partire da trophé, ‘nutrimento’. Siamo davanti a un sovra-accrescimento.

L’ipertrofico è quindi caratterizzato da un aumento di volume, e in particolare da una crescita che non consiste tanto in una moltiplicazione del numero degli elementi minuti, cellulari, che costituiscono un tessuto, quanto in un loro aumento di dimensioni.

Ora, anche se ci sono dei casi eccellenti in cui una certa ipertrofia è funzionale e magari ricercata (pensiamo all’ipertrofia muscolare determinata da un allenamento mirato), come molti termini che afferiscono alla sfera medica l’ipertrofico finisce per avere un profilo poco rassicurante, spesso collegato a situazioni patologiche. E non ci stupisce che i suoi usi figurati vadano tutti in questo senso, raccontando un eccessivamente accresciuto, con chiari esiti dannosi.

Si parla correntemente dell’ego ipertrofico del collega, sempre impegnato in peana autocelebrativi, della burocrazia ipertrofica che impedisce di fatto l’acceso al servizio; notiamo come certi capitoli del libro siano ipertrofici a scapito di alcuni che stentano, e il tris di primi che si ostinano a proporre è senz’altro ipertrofico (anche se non comprende le trofie — che, per inciso, non si sa bene da dove prendano il loro nome).

Il profilo anatomico di questo aggettivo, che si attaglia a organi e tessuti viventi, inanimati, morali, ideali, gli conferisce un’aura padrona, di serietà e pulizia notevole, spassionata — ben versata anche nell’ironia. È una di quelle parole che sa colorire tutta la frase in cui compare.

Parola pubblicata il 27 Febbraio 2021